3D time? Chiedetelo al vostro dottore!

Tra 15 giorni Samsung inizierà a commercializzare la propria linea di schermi 3D sia al plasma che LED, insieme ad accessori quali appositi occhiali e lettori Blu-Ray. Non è una novità assoluta vista che ormai da settimane anche in Italia sono commercializzati schermi 3D. Rispetto ad altre tecnologie consumer enfatizzate e pubblicizzate in passato, la visione 3D sembra aver drammaticamente accorciato il periodo che intercorre tra l’annuncio iniziale, l’introduzione dei primi modelli prototipali e la diffusione su larga scala. A contribuire a questo fenomeno, due elementi. In primo luogo la maturazione della tecnologia in generale capace oggi di proporre ai consumatori prodotti di qualità fin dalle primissime versioni. Ancora più determinante, però, il fattore prezzo. In passato qualsiasi nuova tecnologia – dalle videocamere digitali agli schermi piatti – venivano proposti a prezzi d’ingresso elevati, scelta dettata anche dalle limitate capacità produttive che innalzavano sia i costi dei componenti (tipico esempio lo schermo TFT) che i volumi disponibili sul mercato. Oggi un 55 pollici Samsung a 240Hz viene commercializzato negli USa a meno di $3,000, una cofra non trascurabile, ma nemmeno impossibile. Si tratta infatti di meno di $800 in più rispetto a un modello di dimensioni identiche, ma prestazioni inferiori indipendentemente dalla componente 3D. Ritornando in Australia, forte notare cosa compare nella parte inferiore dell’immagine del sito di Samsung Australia. La nota fa riferimento a possibili controindicazioni mediche derivanti dalla visione in 3D. Tra i problemi segnalati, nulla di realmente preoccupante: solo possibili attacchi epilettici, incidenti cardiovascolari, problemi motori e poco altro ancora. Che dire? Incoraggiante.

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