In questo relativamente nuovo mondo di schermi e contenuti video, una delle esigenze più frequenti è quella di riuscire a far circolare il segnale video da un dispositivo a un altro in modo semplice, naturale e immediato. La diffusione di dispositivi mobili – smartphone e tablet – ha creato un universo parallelo, complementare e a volte alternativo rispetto ai computer, agendo di fatto come il terzo lato di un ipotetico triangolo che comprende anche gli schermi televisivi. La soluzione ideale consiste nel proiettare il contenuto da una qualsiasi sorgente verso un’altra senza troppi problemi. I motivi sono semplici e molteplici:
- i vantaggi di uno schermo televisivo sono le dimensioni e il posizionamento in una casa in un locale confortevole per la visione. In ambito d’ufficio rappresentano il modo migliore per condividere concetti e presentazioni con altre persone. Storicamente nel primo caso si trattava di una sorta di circuito chiuso con il contenuto recuperato direttamente dal televisore, mentre per le proiezioni aziendali era richiesta la collaborazione di un computer;
- i tablet sono dei dispositivi particolarmente adatti per il consumo di contenuto video personale, meno ideali per la condivisione con altri. Poter visualizzare il contenuto su schermi più grandi spesso una comodità e un vantaggio;
- i computer come schermo di destinazione di un contenuto hanno ricoperto questo ruolo fin dall’inizio seguendo la medesima logica descritta in precedenza per i televisori: contenuto ospitato localmente e subito dopo visualizzato;
- gli schermi degli smartphone sebbene in progressiva espansione nel tempo e con risoluzioni elevate mi sono sempre piccoli e scomodi. Trasmettere il proprio contenuto su superfici più ampie in vantaggio. Se il destinatario è un computer il vantaggio addizionale consiste anche nel poter memorizzare il contenuto video dando origine a un filmato vero e proprio. QuickTime Player assolve allo scopo.
Insomma, diversi i motivi per voler trasferire dei video dalla fonte di playback verso un altro dispositivo per la visualizzazione. AirPlay di Apple è una tecnologia pensata apposta per risolvere questo genere di esigenza.
L’idea originaria prevedeva un flusso ben definito: da dispositivi mobili iOS verso una AppleTV collegata a uno schermo televisivo. Volete condividere gli ultimi video musicali presenti dall’applicazione Vevo per iPad? Sufficiente attivare AirPlay sull’iPad – doppio click sull’home button, scorrimento verso destra fino alla fine e quindi click sul pulsante circolare contenente un rettangolo e un triangolo per poi selezionare il dispositivo di output prescelto.
I dispositivi di output capaci di accettare un segnale video con AirPlay sono diversi in questo caso, compresi anche due Mac equipaggiati con Mac OS X. Non si tratta di una funzionalità nativa, bensì del risultato dell’utilizzo dell’applicazione AirServer, una utility molto smart che equipara un mac a una AppleTV, almeno per quanto concerne il supporto ad AirPlay. Le tre immagini che riprendono il contenuto dello schermo del mio iPhone 5 sono degli screen dump dell’iMac da 27″. Questa soluzione è veramente comoda per fare delle demo da iPhone trasferendo il contenuto video su un MacBook Air, per esempio, collegato a sua volta con un proiettore in una sala conferenze, beneficiando dei vantaggi del computer e producendo demo live dal telefono o dall’iPad. Fondamentale al fine del corretto funzionamento di AirPlay che tutti i dispositivi in questione siano collegati alla medesima WiFi.
In chiave prospettica, sarebbe veramente comodo poter vedere estesa e applicata questa tecnologia a qualsiasi dispositivo Apple in modo nativo.