Il deserto è l’elemento naturale degli Emirati Arabi Uniti (UAE). Prima di trasferirmi da queste parti le mie esperienze di “sand photography” erano alquanto limitate, ma fare foto nel deserto può dare grandi soddisfazioni, principalmente nelle ore serali. Le ombre disegnate dalle dune di sabbia creano delle sculture mozzafiato e linee che catturano l’occhio disegnando dei pattern molto accattivanti. Il problema che spesso incontro quando scatto nel deserto è il cielo. Nella maggior parte delle occasioni mi sono imbattuto in un cielo incapace di fornire qualsiasi ispirazione, mancando di elementi e spesso poco saturo. Ovviamente non è sempre così e nemmeno per tutti i deserti del mondo, ma questa è la mia conclusione sulla base delle esperienze vissute. La foto di questo post è stata scattata nell’Al Maha Desert (24°49’14.406″ N 55°39’13.35″ E), non molto lontano da Dubai, UAE. Si tratta di un insieme di 8 scatti “incollati” tra loro in Lightroom Classic e ottenuti con una Canon EOS R3 e la lente RF 70-200mm f4 RF a 158mm, f8.0 e ISO 100. L’immagine finale è un file di 350+MB. Normalmente per landscape photography impiego la Canon EOS R5, ma in questa occasione mi aspettavo di vedere degli animali e questa considerazione ha giustificato la scelta della R3.
Uno degli aspetti positivi di scatti nel deserto di notte è la presenza ridotta di “inquinamento luminoso” soprattutto in posti remoti sufficientemente lontani rispetto a insediamenti umani. Sulla base di questa considerazione ho deciso di scurire artificialmente il cielo (particolarmente “moscio” nello scatto originale) introducendo una sorta di look marziano nell’immagine. Come regola generale cerco accuratamente di evitare di introdurre manipolazioni artificiose nelle mie foto. In questo caso però ho pensato che una leggera divergenza rispetto a quanto il mio occhio e la macchina fotografica hanno registrato dal vivo fosse quasi una modifica necessaria, capace di esaltare la superficie ondulata della sabbia scolpita da venti continui e le linee naturali del paesaggio. L’inaccettabile anomalia è ovviamente rappresentata dalla presenza di alcune ombre diffuse, aspetto che non dovrebbe essere presente qualora lo scatto fosse stato preso effettivamente di notte. Nonostante ciò, mi sembra che la sostituzione del cielo originario rappresenti in qualche modo una soluzione quasi “logica” proprio per la valorizzazione di quanto in primo piano.
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