Amazon.com Cloud Drive & Cloud Player

Amazon.com non finisce di stupire e di innovare battendo i concorrenti sul tempo. La scorsa settimana ha introdotto due servizi basati nella cloud destinati a creare scompiglio soprattutto nell’industria musicale, ma non solo. Il primo – Amazon Cloud Drive – è essenzialmente spazio disco fornito gratuitamente fino a 5GB per utente e al costo di $20 all’anno per 20GB, fino ad arrivare a 1,00GB per $1000 all’anno con molti valori intermedi. In questa fase di lancio Amazon.com propone 15GB di spazio gratuito per chiunque acquisti un album mp3 presso il proprio negozio musicale. In pratica un investimento circa $10 in musica garantisce un totale di 20GB di spazio (5GB + 15GB), una proposta veramente allettante.

Cosa memorizzare in questo spazio? Praticamente di tutto secondo una logica a folder che comprende documenti, musica, immagini e video. Di soluzioni di questo genere ne esistono parecchie, partendo da MobileMe di Apple. Prima differenza è nel costo: sebbene spesso molto scontato, MobileMe richiede un abbonamento annuale. Il servizio non è evoluto molto negli ultimi tempi, tanto da ricevere critiche dagli addetti del settore individuando proprio nei servizi web il punto di debolezza di Apple in questo momento. Di sicuro l’offerta di Amazon troverà da subito molti estimatori, considerando l’immensa base utenti in tutto il mondo. Il servizio non mi sembra sia promosso dal negozio italiano, ma non credo esistano limitazioni “territoriali”, qualcosa che suonerebbe come un evidente contraddizione di termini.

Purtroppo, invece, Amazon Cloud Player è offerto esclusivamente a consumatori americani o percepiti in quanto tale via IP. L’idea è di abilitare un nuovo modo di gestire la musica digitale. L’ubiquità delle connessioni ad alta velocità rende ora logico preferire lo stoccaggio della propria collezione musicale nella cloud per potervi accedere con grande facilità e comodità in qualsiasi momento e da diversi dispositivi evitando di dover incorrere nella creazione di grandi librerie musicali, spesso scomode da gestire per dimensioni. In realtà i file musicali sono memorizzati attraverso le funzionalità di Cloud Drive. Quello che è inibito al momento all’esterno degli USA è la funzionalità di play back attraverso il player.

L’accesso alla musica nella cloud è consentita attraverso un client Android, mentre spicca al momento l’assenza di una soluzione equivalente per iOS. Possibile non si tratti di una dimenticanza, quanto di una scelta consapevole visto l’impegno che Amazon.com sta riponendo su Android (si vocifera di un Kindle powered by Android come imminente).

Questo articolo ha 3 commenti.

  1. marco Vanoli

    Molto interessante, 5 GB non sono niente male! Ma non riesco a trovare l’offerta dei 15GB aggiuntivi (annuali?), dove l’hai trovata?
    A differenza di Dropbox (2 GB) però non offre nessuna funzione di sincronizzazione file con il proprio PC.

    Ciao,
    Marco

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