Delle tante profezie circa i trend nel settore tecnologico, quella relativa alla diffusione dei tablet è forse una delle più semplici, scontate e condivise. Il segmento è saldamente nelle mani di Apple con una quota complessiva stimata del 70% e oltre 67 milioni di pezzi venduti nei primi due anni, con una media superiore di un iPad al secondo.
Intanto le previsioni per il prossimo futuro prevedono volumi complessivi di 153 milioni di pezzi il prossimo anno (Apple ha venduto 11.8 milioni di iPad nei primi tre mesi del 2012) e oltre 230 milioni nel 2016. L’utilizzo principale è in ambito personale (oltre il 90% del totale) e il tablet viene considerato come una logica integrazione al proprio computer. Quindi effetto erosivo nel segmento dei netbooks, ma complementare rispetto a soluzioni portabili o da scrivania di tipo tradizionale.
Se Apple detiene il 70% del mercato, è lecito domandarsi cosa stia succedendo nel restante 30%, fetta tutto sommato equivalente a diversi milioni di unità. Il teorico antagonista avrebbero dovuto essere soluzioni basate sul sistema operativo Android, ma i molti tentativi di aziende della consumer electronics hanno ampiamente deluso le aspettative di vendita. Emblematico il caso del Motorola Xoom, presentato a inizio 2011 con grande fanfara e simbolo del fallimento collettivo dei tablet basati sulla versione Honeycomb di Android. Dalle 440.000 unità del secondo trimestre 2011, le vendite sono calate a 100.000 nel terzo per un totale di un milione di pezzi nell’intero arco del 2011 (i dati del primo trimestre 2012 verranno comunicati il 1° maggio). Risultati simili per le altre blasonate aziende del settore che hanno presentato nel corso del 2011 svariati tablet sempre equipaggiati con Android: nessuno ha realmente fatto breccia
Come si giustifica quindi il 30% del mercato non di Apple iPad? La risposta è molto semplice: Amazon Kindle Fire, un tablet basato su Android. Detto così sembrerebbe esserci poca logica in quanto appena affermato. I dati pubblicati dalla società di ricerca di mercato comScore evidenziano come il 54% del segmento dei tablet non Apple sia rappresentato dal modello di Amazon.com. Questo risultato è stato conseguito in sei mesi dalla data di introduzione nel novembre 2011. Kindle Fire usa una versione profondamente modificata di Android, totalmente realizzata da Amazon in funzione del disegno strategico di posizionamento del proprio tablet. E la scelta di sviluppare una versione del tutto particolare di Android ha pagato come hanno dimostrato anche i risultati del primo trimestre 2012 rilasciati il 26 aprile. Kindle Fire rappresenta per il secondo trimestre consecutivo il prodotto più venduto in assoluto su Amazon.com (Kindle Fire è attualmente disponibile solo negli USA). La classifica di popolarità dei tablet a livello mondiale vede quindi iPad nettamente al comando, con Amazon al secondo e tutti gli altri produttori hardware che impiegano Android collettivamente al terzo. Significativo quindi notare come una strategia di diversificazione sia lato sistema operativo che contenuti abbia trovato il riscontro del pubblico (grazie anche a un prezzo molto abbordabile), mentre il successo non abbia arriso a chi si è adagiato a un approccio conforme in termini di sistema operativo, prezzo (mediamente $500 all’origine per poi venire pesantemente scontati in conseguenza di vendite modeste) e posizionamento. Non una novità e c’è ancora molto da scoprire nel progetto Kindle Fire.
Per trasparenza e correttezza, affermo di essere possessore di un iPad 1, un iPad 2 e un iPad 3. Di questi, uso quasi esclusivamente l’ultima versione, mentre le precedenti sono adibiti a uso domestico. Per quanto riguarda il fronte Android, ho abbandonato il mio tablet Acer dopo poche settimane in occasione del fallimento dell’upgrade automatico del sistema operativo nonostante ripetuti tentativi. L’unica cosa carina del Motorola Xoom era il colore rosso del dispositivo. Per il resto, francamente difficile trovare stimoli particolari tali da giustificarne un uso continuativo ed elementi differenzianti rispetto ad iPad.
Il prezzo è sicuramente l’arma vincente del Kindle Fire: a meno della meta del costo dell’iPad offre un’esperienza d’uso paragonabile a quella del tablet Apple. A patto che non si abiti fuori dagli Stati Uniti: in questo caso ci sono dei limiti assurdi: non solo non si possono acquistare film, video, musica, eccetera, ma neppure scaricare le app gratuite!
Uno degli aspetti più frustranti del Fire sono i limiti al libero utilizzo del tablet imposti dalla politica commerciale di Amazon. Ad esempio non si possono scaricare le app dall’Android Market (a meno di non modificare il sistema operativo per togliere i blocchi, cosa possbilie ma un po’ noiosa). Senza questi limiti il Kindle Fire sarebbe un rivale ancora più temibile per l’iPad.
Non mi sono addentrato nel mio post a parlare del funzionamento di Kindle Fire perché mi ero ripromesso di affrontare il tema in un secondo momento. Ho però segnalato che si tratta al momento di un prodotto US-centrico come tu hai giustamente sottolineato.