Apple iCloud

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Ancora poche ore e Steve Jobs spiegherà le nuove caratteristiche di Lion, il successore a Snow Leopard, iOS 5 e iCloud. Inutile quindi avventurarsi in speculazioni di vario genere, visto che molto è già stato scritto in materia. Personalmente immagino che MobileMe andrà in pensione sostituito dal più fresco iCloud, un servizio che dovrebbe fare della musica in streaming la sua caratteristica innovativa principale. Ed è proprio questa funzionalità quella che credo catturerà l’attenzione di tutti soprattutto perché aspettata da tempo dopo l’acquisizione di lala.com avvenuta tempo addietro.

Rispetto a quanto annunciato recentemente da Amazon.com e da Google, il servizio di streaming di Apple dovrebbe avvalersi del supporto delle quattro principali etichette musicali. Si vocifera che ciascuna abbia incassato da $25M a $50M per acconsentire al lancio di iCloud secondo le modalità più accreditate dalla stampa del settore. Più specificatamente, con iCloud la propria libreria iTunes verrebbe automaticamente resa disponibile in un’area riservata e accessibile da più dispositivi, di fatto estendendo di molto la flessibilità concessa a chi acquista canzoni da iTunes (quindi sono molto contento).

Due le osservazioni in merito. Diversamente da Amazon.com e Google Music Beta, mi aspetto che questo servizio sia disponibile in più mercati e non solo negli USA. Questo comportamento sarebbe in linea con la politica multi-store di iTunes praticamente da sempre. In pratica, anche un consumatore italiano dovrebbe poter accedere alla propria liberia via WiFi e 3G senza alcuna limitazione e vincolo. Secondo elemento, mi aspetto una nuove serie di dispositivi iPod capaci di trarre beneficio dalla disponibilità di musica in modalità streaming. Forse degli iPod touch leggermente ritoccati, ma non sarebbe male disporre anche di piccoli iPod WiFi compatibili.

Da ultimo, Lion. Ho grandi aspettative anche perché ho voglia di acquistare nuovo hardware. Mi farebbe comodo una sorta di MacAir touch-enabled e penso che Lion possa essere l’ingrediente software di base per un prodotto evolutivo tra un laptop e un tablet.

Questo articolo ha un commento

  1. Paolo Ferrandi

    (maledetti correttori di bozze) “iCould” in alto. Tra l’altro io brevetterei il marchio: non si sa mai 😉

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