Il terzo e ultimo dibattito televisivo tra i tre leaders politici inglesi è stato ospitato da BBC e trasmesso live sul web dell’azienda rendendolo visibile e accessibile a chiunque nel mondo. Tema di questo ultimo atto della sfida elettorale l’economia, apparentemente terreno forte del Primo Ministro uscente Gordon Brown. Lo stesso feed prodotto da BBC era disponibile sul sito Web de The Guardian, uno dei più autorevoli quotidiani britannici la cui versione online è particolarmente curata e avanzata in molti aspetti.
Al momento è impossibile indicare quanti utenti stiano seguendo il dibattito grazie allo stream live sul Web. Realistico ritenere che l’audience internazionale raggiungerà un numero significativo sebbene non si tratti di un evento sportivo o una forma di intrattenimento. Nel frattempo una cosa è certa: le tecniche di comunicazione e di espressione dei contendenti sono significativamente migliorate nell’arco delle ultime settimane, investendo da parte di ciascun leader in abbondanti dosi di tranquillità, calma, semplificazione della struttura delle frasi e un perfetto timing caratterizzato da un’impressionante assenza di pause, dubbi, tentennamenti e pause.
Ritornando alla trasmissione via Web del dibattito, un’ulteriore prova – se necessario – del ruolo mainstream di Internet nella società britannica e della rilevanza di questo mezzo di comunicazione. Eccellente la qualità dello stream, anche a tutto schermo come dimostrato dall’immagine relativa a David Cameron. Di grande valore e utilità allo sviluppo del dibattito tra gli utenti l’inclusione di feeds da Twitter da fonti selezionate nell’ambito del giornalismo britannico.
Evito di proporre il confronto con la realtà italiana perché scontato ed essenzialmente inutile. Sottolineo solo che i due contendenti che aspirano alla residenza in Downing Street al 10 hanno 43 anni, 16 in meno del loro rivale. E che, salvo miracoli e alchimie dovute al sistema elettorale delle consituencies, per Gordon Brown è previsto un trasloco dopo il 6 maggio. E questo merito dei suoi limiti caratteriali – incredibile la gaffe del giorno precedente in una conversazione con una vedova 65 enne elettrice Labour – uno speech finale assolutamente modesto e per la capacità dei rivali di gestire in modo superiore i media e la relazione con gli elettori.
In Italia il confronto non c’é stato nemmeno sulle tv, figuriamoci sul web…
Quando si parla del conflitto di interesse che riguarda il nostro premier, raramente si affronta una questione che io ritengo fondamentale: l’effetto sul Web italiano. Come si può pensare che il proprietario di emittenti tv, oltre che di molti altri media “classici”, abbia qualche interesse affinché il web in Italia si sviluppi in modo importante? Sarebbe come chiedere alla Fiat di finanziare una campagna a favore dell’uso dei mezzi pubblici.