Cash position & shopping natalizio

Per molti analisti finanziari uno dei parametri più interessanti per valutare lo stato di salute di un’azienda consiste nel misurare la disponibilità di cash e anche il rapporto tra cash e fatturato. Soprattutto in un periodo recessivo come gli ultimi 12-18 mesi, disporre di molto cash costituiva un asset particolarmente strategico al fine di sviluppare un’azione di acquisizioni e fusioni a condizioni economiche favorevoli (usare le stocks meno conveniente fino a qualche mese fa). La tabella alla sinistra elenca le prime aziende americane quotate in borsa per disponibilità finanziaria. L’elenco è riccamente popolato di aziende High Tech – non una novità di certo – ma fa un certo effetto trovare Ford Motor Company, l’unica delle tre big di Detroit a non aver fatto ricorso ai fondi TARP del governo statunitense e in ottima forma anche grazie a una serie di prodotti molto apprezzati soprattutto in Europa.

Bank of America, per esempio, può contare su circa $152B pari al prodotto interno lordo dell’Ungheria. Restando nel settore tecnologico, Microsoft potrebbe acquistare senza impegnarsi in alcun debito il 100% di aziende come Tesco, catena leader di supermercati in UK, alcune banche come BPN ParisBas, Credit Suisse e Intesa San Paolo, Walt Disney Company, Kraft Foods, LVMH – beni di lusso – ENEL e molte altre ancora. Ovviamente un puro esercizio numerico e teorico senza alcuna logica di business concreta. Senza arrivare a livelli così limite (esiste poi sempre la possibilità di emettere bond e di ricorrere al mercato come ventilato da Microsoft in occasione del tentativo di scalata ostile a Yahoo! nel 2008), Cisco, Apple e Google si sono contraddistinte negli ultimi tempi per una serie non trascurabile di acquisizione di importi decisamente inferiori, ma strategici. Molto spesso si tratta di realtà di piccole e medie dimensioni caratterizzate da un elevato e specializzato livello tecnologico o addirittura Intellectual Properties (IPs) innovative da integrare nella propria linea di prodotti. Oracle lo scorso aprile apparentemente ha “soffiato” Sun a IBM entrando in possesso di Java. Visto che il futuro è la Cloud, qualcuno ha per caso in mente di inglobare Salesforce.com?

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