Da ieri il termine Graph è ufficialmente sdoganato per decine e decine di milioni di utenti in tutto il mondo grazie a Graph Search, il nuovo motore di ricerca sociale introdotto da Facebook. Indipendentemente dalle reazioni degli analisti e dei mercati finanziari (il titolo Facebook è calato in una giornata negativa per l’intero Nasdaq) questo è l’argomento del giorno. Negli USA uno dei commenti relativi all’annuncio riguarda il nome: il termine Graph non è molto chiaro e per molti indica qualcosa con reminiscenze scolastiche o legato al business: grafico finanziario, delle vendite o un piano cartesiano. Nella terminologia di Facebook, qualcosa di leggermente diverso. Si tratta del grafico che definisce le relazioni tra individui, in pratica quello che viene descritto come l’insieme delle relazioni con i propri amici. Il tutto forse noto più comunemente come social network. Social Graph ha un valore più ricco, però, perché sottintende relazioni e dati associati. Un passo per volta.
OK, gli amici. Ma c’è qualcosa d’altro d’interessante? Il modo migliore per rispondere a questo interrogativo consiste nell’immergersi all’interno del proprio social graph per capirne i contenuti, i contorni e anche comprendere quali informazioni siano disponibili a terze parti, oltre che a Facebook ovviamente. Da diverso tempo il motore di ricerca Wolfram Alpha ha sviluppato un apposito tool particolarmente valido proprio per la componente educativa e informativa sul tema. Prima cosa da fare è collegarsi con le proprie credenziali Facebook a questa pagina. Il report generato in un paio di minuti (forse un po’ di più per chi ha un social graph molto complesso) è una specie di radiografia nel tempo del proprio comportamento su Facebook e delle interazioni con i propri amici. Logico quindi che molte informazioni siano quasi personali, riservate e utili per capire chi siamo, come ci comportiamo, preferenze, abitudini e stili di vita. L’immagine di questo post è recuperata dal report personale prodotto da Wolfram Alpha e non contiene elementi troppo compromettenti. Alcune considerazioni riguardo la mia persona però le potete dedurre facilmente:
- la presenza di due terzi di amici maschi chiaramente rafforza il sospetto che anche io lo sia;
- l’80% dei miei contatti indica di essere sposato/a;
- la percentuale più significativa dei miei contatti si attesta introno ai quarant’anni.
Per chi mi conosce nessuna sorpresa: questi tre parametri social sono in linea con le aspettative e congruenti con il mio status. Ma come credo sia evidente, queste sono solo alcune delle informazioni e dei dati estraibili. Ancora una volta, nulla di sorprendente per voi visto che – immagino – ciascuno abbia una buona conoscenza di sé stesso. Ora un’ovvietà e una domanda. Immaginate di essere un servizio con un miliardo di utenti e di poter “conoscere” ogni singolo individuo sulla base di info come quelle recuperate dal report generato da Wolfram Alpha. Non male, vero? Vi vengono in mente idee di business? Uno dei paradigmi portanti dei business Internet di successo sono i volumi e la scalabilità: mi sembra che in questo caso ci siamo.
Ecco la domanda: è evidente come questo patrimonio informativo sia costantemente accessibile da parte di Facebook, analizzandolo sempre nella versione più aggiornata e completa. Ma Wolfram Alpha come fa? Essendo una terza parte – una società indipendente – come riesce ad accedere a questo patrimonio informativo che in realtà dovrebbe essere condiviso tra due sole entità, Facebook appunto e un utente, il tutto moltiplicato per 1,000,000,000? La risposta è semplice: Graph API. Si tratta di un insieme di funzioni documentate da Facebook e accessibili a chiunque per sviluppare applicazioni di ogni genere – da giochi a report come quello descritto – potendo contare sull’incredibile ricchezza dei dati sottostanti e avendo come limite unico la fantasia per capire come utilizzare questi ingredienti per realizzare applicazioni e servizi utili a milioni di persone.
Il sospetto che avremo modo nel prossimi futuro di confrontarci con il termine Graph sembra sempre più una eventualità concreta.