Non tutte le tecnologie risultano vincenti. A volte per problemi intrinseci, in altre occasioni per un completo disallineamento rispetto agli interessi dei consumatori. Quest’ultimo è il caso dei televisori 3D. Presentati in pompa magna all’inizio del 2010 in occasione del Consumer Electronic Show (CES) di Las Vegas, hanno raccolto molto meno interesse e consenso rispetto alle attese dei produttori. Personalmente non conosco nessuno che possieda un TV 3D o che mi abbia anche semplicemente raccontato di aver visto una partita o un film in 3D. Ancora più fallimentari i tentativi di applicazione di questa tecnologia al mondo dei computer o dei video giochi. L’edizione 2013 del CES ha di fatto sancito se non la fine di questa tecnologia – sarebbe comunque un peccato – almeno la presa di coscienza da parte dei maggiori produttori al mondo di dispositivi elettronici che non conviene parlarne né focalizzare l’attenzione dei media.
Piuttosto quello che sta emergendo come la “prossima grande cosa” è la televisione a risoluzione superiore all’HD chiamata Ultra HD (UHD). Spesso viene usato l’acronimo 4K per indicare appunto una risoluzione quattro volte superiore all’attuale standard HD da 1080p, una sorta di Retina Dispaly per gli schermi televisivi rifacendosi al rapporto esistente nei MacBook Pro tra una risoluzione video standard e appunto quella RD.
Ancora presto per diventare prodotti disponibili al grande pubblico – i modelli presentati al CES sono tutti di grandi dimensioni, superiori a quelli tipicamente ospitati nei salotti di casa – sia per costi che per disponibilità. I primi modelli commerciali dovrebbero esordire nella seconda metà del 2013 con prezzi di diverse migliaia di dollari, non proprio un affare.
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