In una breve pausa dedicata alla raccolta delle palline durante la mia settimanale sessione di tennis, il mio coach – Marcella appunto – mi ha chiesto ragguagli su Groupon. Devo subito precisare che Marcella non è proprio un’esperta di Internet, ma da persona sveglia e dinamica, sta percependo i vantaggi dei servizi via Internet anche per un non addetto al settore. Una veloce spiegazione del business model creato da Groupon ha dipanato i dubbi di Marcella facendole capire i vantaggi per i consumatori e le implicazioni (o i rischi) per gli esercenti che offrono a prezzi estremamente vantaggiosi i propri servizi e prodotti. Molte polemiche infatti sono già emerse sulla convenienza per i commercianti di partecipare a questo genere di acquisto collettivo che – nella maggior parte dei casi – difficilmente comporta una fidelizzazione della clientela attratta dai prezzi ribassati e propensa a seguire l’offerta successiva. Questo comportamento è molto rimarcato nell’utenza femminile – la principale al momento – e soprattutto per servizi relativi alla cura della persona e alla ristorazione.
Nonostante qualche perplessità, Groupon sta procedendo ad andatura forzata verso la quotazione in borsa, spendendo aggressivamente in customer acquistion e promozioni varie e costruendo un busines su scala globale. Il filing originale presso la SEC risale al 2 giugno 2011, emendato il 14 luglio. All’inizio del mese di giugno 2011 le performance dell’azienda erano riassunte nella seguente frase nella porzione iniziale del prospetto:
On the day of this writing, Groupon’s over 7,000 employees offered more than 1,000 daily deals to 83 million subscribers across 43 countries and have sold to date over 70 million Groupons.
Cifre impressionanti davvero, un’ulteriore riprova – qualora ce ne fosse bisogno – di come il business di Internet sia globale per definizione. per fornire un quadro ancora più completo della crescita esplosiva dell’azienda, queste sintetiche affermazioni sempre provenienti dal filing forniscono un quadro chiaro della costante direzione verso nord del business creato da Andrew D. mason.
We increased our revenue from $3.3 million in the second quarter of 2009 to $644.7 million in the first quarter of 2011. We expanded from five North American markets as of June 30, 2009 to 175 North American markets and 43 countries as of March 31, 2011. We increased our subscriber base from 152,203 as of June 30, 2009 to 83.1 million as of March 31, 2011. We increased the number of merchants featured in our marketplace from 212 in the second quarter of 2009 to 56,781 in the first quarter of 2011. We sold 116,231 Groupons in the second quarter of 2009 compared to 28.1 million Groupons in the first quarter of 2011. We grew from 37 employees as of June 30, 2009 to 7,107 employees as of March 31, 2011.
Che dire? Non male, vero? Il fatturato 2010 si è chiuso a $714M, mentre quello del primo trimestre 2011 è stato di $644.7M. Nel primo trimestre 2009 Groupon aveva invece registrato un fatturato di $39M. crescita verticale. L’azienda è in perdita ($420M nel 2010 e una proiezione simile per il 2011), ma come sappiamo nella fase iniziale di costruzione di un business Internet questo parametro viene spesso considerato come marginale e non rilevante. Graficamente il tutto è ben illustrato qui.
Circa la clientela, degli 83M di utenti registrati, 15M hanno effettivamente sostenuto degli acquisti attraverso il sito, circa uno ogni sei. Sta di fatto che anche in Italia tutti conoscono Groupon, Marcella compresa. ora non resta che attendere la risposta di Wall Street e vedere le evoluzioni del business nei prossimi mesi visti gli attacchi portati da LivingSocial in prima battuta e altre realtà internazionali e locali.
È un paio di volte che mi fermo davanti alla pagina di iscrizione di Groupon, titubante. Ad ogni modo ho visto su Bakeca che in questi giorni la divisione italiana sta assumendo diverse figure, come amministrazione risorse umane, marketing ecc. Un ulteriore segno di quello che dicevi tu.