La navigazione sua internet ci ha abituati a familiarizzare con una tassonomia particolare e aggiuntiva rispetto al gergo sviluppato negli anni con l’introduzione dei computer. URL, dominio, browser, link, DNS e cookie alcuni dei tanti termini associati al web. La sintassi numerica di accesso ai server è stata da subito sostituita da una soluzione letterale più comprensibile e di più facile memorizzazione. L’estensione .com ha rappresentato quasi da subito una sorta di logica componente del nome di ogni sito facendo la fortuna di Verisign, l’azienda – il registry – titolare di questo dominio.
Negli anni si sono aggiunti i domini nazionali o ccTLDs come .it, .fr o .de, un’alternativa nazionale presente in ogni paese riconosciuto al mondo. Altre aziende hanno provveduto a rendere disponibili domini sganciati dall’aspetto geografico: .org, .info, .net alcuni tra i più popolari al mondo.
Negli ultimi anni il numero di domini teoricamente disponibili è esploso vertiginosamente grazie al l’aggiunta di centinaia di alternative proposte da una miriade di registries in tutto il mondo. Questa novità è passata inosservata alla maggior parte dei quasi tre miliardi di individui con accesso a Internet per almeno due buoni motivi: una limitata azione promozionale e per la minore rilevanza dei siti web a causa dell’esplosione delle piattaforme social e, soprattutto, della diffusione degli smartphones.
I nuovi domini non hanno sfondato, creando non pochi problemi finanziari ai registries che hanno collettivamente investito milioni e milioni di dollari in questo genere di iniziative. Alcune considerazioni tecniche relative al modo in cui Google indicizza i siti hanno scoraggiato la sostituzione del nome di un sito con qualcosa di teoricamente più significativo ed espressivo (per esempio da smaruzziphoto.com a smaruzzi.photos), oltre che per la componente di costo aggiuntiva. Realistico ritenere che la maggior parte dei domini di nuova generazione registrati in questi ultimi anni siano statie dettati da esigenze di brand protection o da scopi speculativi piuttosto che dall’esplicita volontà di costruire nuove proprietà con nomi più accattivanti.
Nonostante le perplessità che alcuni domini suscitano anche a un’analisi superficiale (la lista completa dei domini attualmente disponibili e di prossima introduzione da parte di GoDaddy compare qui), alcuni non sono male e meritano qualche considerazione. La mia personalissima lista di quelli in qualche modo interessanti comprende i seguenti:
- .photography
- .cloud
- .blog
- .club
- .web
- .news
Uso smaruzzi.photography per un sito fotografico e ho anche acquistato alcune estensioni geografiche a scopo dimostrativo. Siccome l’elenco è m molto ricco, due esempi per segnalare il livello di “specializzazione” di queste estensioni. Nella categoria professioni compiono dei domini utili per chi deve lanciare nuove attività, dal dentista all’avvocato, la maggioranza in inglese. Un altro segmento ricco di alternative è quello dei cosiddetti domini geografici, quasi sempre nomi di città famose o di regioni, questi ultimi spesso risultato di forme di esasperato attaccamento ai proprio colori piuttosto che a un reale valore economico e sociale (e.g. Alsazia, Baviera, …). Avere un proprio indirizzo web con estensione .London (ma anche Barcellona, Berlino, Parigi, New York, …) teoricamente non sbagliato per un’attività commerciale del luogo. A distanza di tre anni dalla sua introduzione, .London fatica ad avere esempi concreti di siti di successo associati a brand noti.
Per chi fosse interessato a esplorare tutte le opzioni attualmente disponibile e quelle di prossima introduzione, questa pagina contiene l’elenco completo e anche il motore di ricerca apposito per verificare la disponibilità di un dominio.