Il business online di Microsoft

Yahoo!, Amazon.com, eBay e Google sono solo alcuni esempi di aziende Internet “pure”. Questo termine si riferisce all’attribuzione dell’intero fatturato riportato nelle rispettive trimestrali alle sole attività online dell’azienda senza alcuna forma di “contaminazione” da business che non siano puramente digitali. Diverso il discorso per Microsoft visto che la componente online rappresenta una porzione del gigantesco impero dell’azienda di Redmond. Quanto piccolo o grande e quanto redditizio lo si può comunque stabilire dalla lettura dei dati sottoposti alla SEC ogni trimestre. Analizzando, per esempio, i risultati del primo trimestre dell’anno fiscale 2010 di Microsoft – dal 1° luglio al 30 settembre 2009 – si nota come gli introiti attribuibili alla divisione online ammontino a $490M in calo del 3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Di profitti non si può parlare, visto che le perdite nello stesso periodo hanno raggiunto i $480M o $160M al mese. Tradotto su base giornaliera, questo significa $5+M al giorno, sabati, domeniche e festività incluse. Ancora meglio, a fronte di fatturati in calo (da $520M a $490M) i costi sono saliti visto che le perdite sono aumentate (da $321M a $480M). Steve Ballmer, CEO dell’azienda, da sempre afferma che l’azienda è in “investment mode” intendendo che per raggiungere determinati risultati sia indispensabile investire. Ineccepibile, salvo che questa modalità d’investimento prosegue da oltre un decennio portando la perdita degli azionisti in oltre una decina di miliardi di dollari.

Ancora più imbarazzante il fatto che questo genere di risultati sia abbastanza costante dall’inizio delle attività nell’ormai lontano 1997. Soffermandosi solo sugli ultimi 12 mesi corrispondenti all’anno fiscale 2009 – 1° luglio 2008, 30 giugno 2009 – a fronte di un fatturato complessivo di $2,185M, la perdita è stata di $1,598M o circa $4.4M al giorno.

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