Il decennio di Steve Ballmer, CEO di Microsoft

Il gennaio 2000 è passato alla storia per l’esplosione della bolla finanziaria associata alla ormai defunta New Economy. Sempre in quei giorni il famoso Millenium Bug ha dimostrato di essere molto meno pericoloso rispetto a quanto originariamente temuto. Per Microsoft quello specifico momento storico è coinciso con la nomina di Steve Ballmer a CEO dell’azienda e anche all’acquisirsi della tensione con il DOJ – Department of Justice – degli Stati Uniti d’America. Tralasciando gli aspetti legali che sappiamo sono culminati con il Consent Decree che ha imposto alcune regole all’azienda di Redmond, trovo interessante valutare cosa sia successo in questo decennio sotto la guida del successore del fondatore Bill Gates.

Il fatturato dell’azienda è cresciuto fino a raggiungere quasi 60 miliardi di dollari e l’organico veleggia attorno a 90 mila dipendenti in tutto il mondo. Per la prima volta nella storia di Microsoft, sotto la guida di Steve Ballmer sono stati pagati dividendi agli azionisti e portate a compimento alcune acquisizioni per diversi miliardi di dollari.

Considerando che la tenuta media di un CEO preso una grande corporation americana è statisticamente inferiore ai tre anni, è evidente – almeno da questa prospettiva – come l’operato di Ballmer sia stato considerato positivo per consentirgli di permanere alla guida di un’azienda così colossale e in un settore dinamico come quello dell’IT. A mio avviso va apprezzato e constantemente elogiato l’impegno, l’energia e la passione profusa in ogni occasione, pubblica e interna. Essendo poi tra le prime cinquanta persone più ricche al mondo e con un patrimonio stimato sopra gli 11 miliardi di dollari, è evidente che siano solo motivazioni e stimoli positivi quelli che l’hanno guidato in ogni giorno lavorativo, spesso dedicando interminabili ore al business e sacrificando la vita privata. Durante i viaggi all’estero per lavoro, come ogni altro CEO di multinazionali di primo livello, Steve Ballmer ha contagiato i dipendenti di Microsoft con la propria energia positiva e non si è mai risparmiato un secondo passando da un meeting all’altro senza soluzione di continuità. Un vero esempio di dedizione e attaccamento all’azienda.

Analizzando i risultati finanziari, la storia dei prodotti lanciati e alcuni indici borsistici, il decennio Ballmer non risulta particolarmente di successo. Il 14 gennaio 2000 il valore dell’azione Microsoft (MSFT) era pari a $56.13 considerando l’aggiustamento dovuto a uno split avvenuto nel frattempo. Venerdì scorso ha chiuso a $30.86, in pratica il 45% in meno. In altre parole, il valore dell’azione e di conseguenza la capitalizzazione di borsa, si sono quasi dimezzate da quando Ballmer è al comando.

Relativamente al capitolo dei sistemi operativi, tra sono state le versioni di Windows commercializzate in questo arco temporale: Windows XP nell’ottobre 2001, Windows Vista il 30 gennaio 2007 e recentemente Windows 7. Delle tre, la seconda si è dimostrata semplicemente disastrosa in termini oggettivi analizzando i risultati commerciali in un momento storico di crescita delle vendite di PC. La delusione maggiore, però, è dipesa dai ritardi nello sviluppo e dalla continua rimozione di funzionalità rispetto al progetto originario. Lo stesso Bill Gates ha ammesso pubblicamente che “…Windows Vista ha offerto all’azienda molti spunti per capire come migliorarsi…”.

Passando all’online, le cose non sono andate troppo bene. I $170 milioni di dollari di perdita mensile – una costante ormai da un decennio – sono una bella tassa anche per un’azienda ricca come Microsoft, ma ancor di più una delusione cocente per che si era dato come obiettivo di estendere la propria leadership dal PC al Web. Una serie infinita di scelte sbagliate – soprattutto nell’individuazione delle persone demandate a guidare il team online – e la costante rincorsa di strategie sempre diverse (una volta AOL, quindi Yahoo!, poi Google) hanno fatto della defocalizzazione una costante con risultanti deludenti. Nell’ambito della musica digitale le cose sono andate ancora peggio, se possibile. Il peso di Microsoft in quest’area è pressoché nullo salvo qualche dato incoraggiante attraverso Xbox Live e la distribuzione di film, ma solo e limitatamente agli USA. Per questi due settori avrei aneddoti e fatti particolarmente illuminanti da condividere, ma passiamo al prossimo argomento: Windows Mobile. La quota di mercato stimata nel segmento degli smartphones è meno della metà rispetto a Apple o RIM, ricordando però che dispositivi equipaggiati con Windows Mobile hanno fatto il loro ingresso nel mercato anni prima dei due concorrenti. Quindi, superato e doppiato, più o meno.

Il 2009 ha visto Ballmer impegnato in prima persona nella scalata ostile a Yahoo!, esercizio condotto non certo con la scaltrezza di un raider finanziario. Ma questo argomento merita un post dedicato.

Alcuni analisti finanziari hanno predetto che nel 2010 Ballmer lascerà la guida dell’azienda. Dovesse mai accadere, sarebbe un altro pezzo di storia di Microsoft che finisce, la dipartita di un leader carismatico e di sicuro energetico, forse l’inizio di una nuova era dalle parti di Redmond.

Questo articolo ha 2 commenti.

  1. Jacopo

    Developers, developers, developers … Partners, partners, partners … Advertisers, advertisers, advertisers …

    Un errore credo sia stato quello di usare in ogni mercato sempre la stessa strategia, senza capire in alcuni casi fino in fondo alcuni fenomeni importanti di questi anni.

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