Da una decina d’anni ormai sono un convertito alla musica digitale e un buon acquirente di brani, movies e TV shows presso Apple iTunes (almeno diverse centinaia di dollari all’anno). A questo punto, però, sento l’esigenza di qualcosa maggiormente in linea con le mie esigenze rispetto a quanto fatto fino a oggi. Il limite della soluzione attuale risiede nell’interazione con la dozzina di apparecchiature hardware in dotazione in famiglia, nella volontà di semplificare i processi di sincronizzazione e di condivisione della musica e, soprattutto, di risultare “portabile” anche in prospettiva futura. La scomparsa del DRM è stato un grande passo in avanti nel semplificare l’aggiornamento delle librerie musicali sui diversi dispositivi, dagli iPods ai più recenti iPads. In diverse occasioni mi sono impantanato nel concetto di autorizzazione dei device imposto da Apple. Il mio account iTunes è linkato a un solo store (problemi di gestioen delle licenze in ambito internazionale) e può essere utilizzato solo fino a un massimo di 5 computer, limitazione che ho raggiunto velocemente e che spesso diventa uno scoglio quando ci si dimentica di de-autorizzare un computer prima di restituirlo in azienda, cederlo o alienarlo in qualche modo. Se ricordo correttamente, già in un’occasione ho proceduto a de-autorizzare per poi ripartire con un contatore azzerato, ma oltre a dover trovare il tempo e la voglia per affrontare questo processo, mi rimane il dubbio del perché essere obbligato a farlo.
Molti addetti del settore ipotizzano cambiamenti radicali nelle modalità di offerta di musica da parte di Apple come conseguenza dell’acquisizione di www.lala.com, evento avvenuto già diverso tempo fa. Riflettendo sulle modalità abilitate da Apple per il trasferimento della musicale da e per i propri device, credo non sia sfuggito a nessuno come in alcuni casi sia indispensabile l’attivazione attraverso un cavo fisico (gli iPad, per esempio) e come in altre siano autorizzate azioni over the air. Delle due modalità, la seconda decisamente la migliore per flessibilità, comodità e indipendenza dai dispositivi hardware. Personalmente trovo poi estremamente annoying la sincronizzazione degli iPhone perché – salvo che non abbia capito nulla io – richiede di mantenere nel tempo la coppia telefono-computer per evitare di mischiare le librerie. Attraverso il servizio MobileMe di Apple sono in grado di accedere a un file musicale over the air, eseguirlo e ascoltarlo sul mio iPhone, ma non accluderlo alla libreria musicale sul dispositivo mobile. Ha senso?
Quando negli USA divento un fedele utilizzatore di Pandora, una radio in streaming con qualità e caratteristiche veramente notevoli. Le applicazioni per Android e iPhone sono le soluzioni che preferisco, ma anche l’accesso direttamente via Web è gradevole grazie alla semplicità e linearità del servizio e dell’interfaccia. I vantaggi di Pandora sono molteplici. In primo luogo è un generatore di leads, consigliando pezzi simili a quelli indicati all’origine per costruire una radio personalizzata e rendendo semplice e immediato l’acquisto qualora uno sia interessato a possedere il brano (fatto in una dozzina di occasioni questa estate). Ovviamente fornisce musica di qualità in quantità con poche limitazioni (la versione a pagamento costa solo $36 all’anno, un’inezia!) e consente di affinare la selezione musicale esprimendo preferenze e gradimenti durante l’ascolto.
È un dato di fatto che il consumo di musica sia cresciuto esponenzialmente con il passaggio al digitale. L’interpretazione data da Apple è stata lungimirante e vincente checché se ne dica, ma è necessario ora passare a una nuova fase caratterizzata da una maggiore libertà di circolazione dei brani, modelli di pagamento che vadano oltre l’acquisto vero e proprio (subscription per streaming come Pandora è decisamente molto appealing) e maggiore fluidificazione del trasferimento e sincronizzazione dei pezzi all’interno del proprio ecosistema hardware domestico/personale.Personalmente gradirei:
- acquistare e noleggiare brani musicali;
- trasferirli tra tutti i dispositivi a mia disposizione (computer, telefoni e tablet vari) senza restrizioni di alcuna natura, ma semplicemente spostandoli con semplicità;
- centralizzare la gestione e lo stoccaggio della mia musica in una cloud sicura in modo da essere certo che anche in presenza di futuro hardware non avrò problemi di aggiornamento e ricostituzione della libreria musicale (o parte di essa).
Credo di ipotizzare una soluzione aperta, semplice e flessibile.
Ho scoperto Pandora qualche anno fa. Fantastico, finché un giorno:
“We are deeply, deeply sorry to say that due to licensing constraints, we can no longer allow access to Pandora for listeners located outside of the U.S”
Fine della storia.
Si, per la solita ragione dei diritti. Stessa cosa per Spotify che funziona in Europa, ma non ancora un US. E da noi con business model diversi nei vari mercati.
E di prodotti simili ce ne sono stati tanti in passato: da MSN radio, a Yahoo! Music solo per citarne un paio. Pandora funziona e continua a crescere.
Dopo circa 2 anni di Zune Pass (quasi $50 a trimestre), soprattutto usato in ufficio mentre lavoro, sono recentemente passato a Pandora (free). Non solo non sento la mancanza di Zune, ma grazie a Pandora ho scoperto qualche perla di fusion e jazz-rock che su Zune non si trova (o che il juke-box non trova). L’app su iPhone completa piacevolmente lo scenario, e posso usare le mie stations stored in the cloud su PC e telefono. Sono molto tentato dalla subscription…