iPhone 5 test drive

Da qualche ora smanetto allegramente sul nuovo iPhone 5. La migrazione da Android è stata relativamente semplice con qualche rimpianto e diversi elementi di soddisfazione. La fase di setup è stata complicata da qualche anomalia realizzatasi al momento dell’autenticazione all’interno del negozio Apple. Di solito preferisco fare tutto da solo, ma sono stati così gentili e premurosi da sembrarmi quasi scortese declinare il loro invito a darmi una mano. Non avendo ancora una nano-SIM Vodafone, il tutto è stato realizzato con una scheda 3. Poi, giusto per procedere nel racconto e senza voler colpevolizzare alcuno, tutto il processo di configurazione è proceduto sotto WiFi come logico e sensato. Solo quando mi sono trovato scoperto di WiFi mi sono accorto che la componente dati della scheda non funzionava. Il supporto ricevuto da Vodafone e Apple non è servito a molto, ma è comprensibile visto che si trattava di un’anomalia decisamente particolare. La soluzione è consistita nel riformattare il tutto senza fare back-up e restore, processo da una decina di minuti al massimo. Quindi, tutto a posto.

  • Installazione. Salvo la piccola traversia che mi sarei comunque risparmiato molto volentieri, la configurazione del telefono è stata molto semplice e indolore avendo tutto in rete. I contatti, le apps, la posta e il calendario hanno richiesto unicamente che fornissi gli ID corretti e qualche minuto per il download.
  • Apple IDs. Da tempo ho deciso di averne due. Uno per gli acquisti da iTunes e un secondo per iCloud. Credo sia la soluzione consigliata da Apple, ma io ci sono arrivato con il tempo e un po’ di esperienza. I vantaggi sono evidenti nella condivisione dei contenuti acquistati da iTunes e nel mantenere invece separati e indipendenti i dati e le informazioni personali come mail e appuntamenti.
  • Batteria. Per me non un problema perché generalmente ho sempre accesso a fonti di alimentazione sia quando indoor che in viaggio detestando di rimanere a secco visto che ci vuole molto poco per evitare i disagi connessi. La sensazione è che duri meno di quanto servirebbe, modo elegante di porre la questione. L’eventuale utilizzo di servizi come Pandora (negli USA) o anche solo iTunes Match (vedi sotto) potrebbe complicare ulteriormente il tutto.
  • iTunes Match. Sono in dubbio se attivarlo o meno. Parcheggiare la musica in rete di sicuro una grande comodità per la flessibilità che il tutto comporta. Nel caso di un telefono e in relazione al mio modo specifico di comportarmi, questo comporta però accesso via 3G se desidero ascoltare la musica attraverso l’iPhone con tutte le implicazioni del caso. Alcune di tipo tariffario, altre proprio più pratiche di un’esperienza che potrebbe facilmente degenerare qualora la connessione non fosse più che decente.
  • In auto. proprio per considerazioni fatte in precedenza su batteria e consumi di banda, credo arriverò alla conclusione di scaricare qualche centinaio di canzoni disabilitando iTunes Match. La presenza di un apposito cavo di collegamento con il sistema di audio entertainment risponde all’esigenza di ricaricare e di sfruttare il telefono anche come fonte musicale, sebbene gli iPod abbondino. Il collegamento Bluetooth funziona alla perfezione sia per quanto riguarda la componente telefonica – felice di avere tutti i miei contatti perfettamente ordinati con Cobook e sempre sincronizzati con iCloud – che il trasferimento audio. Questa funzionalità è decisamente intrigante e per molti potrebbe rappresentare un’ottima soluzione per ascoltare musica dal telefono interfacciandosi comunque con il sistema audio dell’auto. In questo caso super raccomandato un caricatore per accendisigari o per presa di corrente per le auto di ultima generazione. Mi permetto di consigliare modelli con presa USB in modo da sfruttare il cavo Lightning senza dover comprare un accessorio dedicato.
  • User Experience. In gran parte nota da anni perché consistente nel tempo e nelle versioni, non era nemmeno una novità assoluta perché avevo installato iOS 6 su altri iPhone e diversi iPad. Alcune cose sono meno esplicite e gradevoli rispetto ad Android. nella parte telefonica, per esempio, memorizzare nei Favorites i numeri invece dei contatti – rappresentati altresì con una foto – e più ricchi di informazioni a corredo sembra un passo indietro. Abituato poi da Cobook sul desktop a gestire i contatti in modo totalmente integrato e visivo, la ricerca o lo scrolling sembrano modi un po’ primordiali e sicuramente raffinabili. Stesso discorso per la musica. Costruire o modificare playlists è forse più complicato di quanto uno schermo di proporzioni contenute sicuramente impone. Comodo sfruttare Photo Stream, così come la sincronizzazione di podcast e altri contenuti tipicamente gestiti da Mac, ma utilizzati poi da dispositivi mobili.
  • Photo e video. La mia strategia di archiviazione passa attraverso Aperture, un’applicazione per Mac OS X. Questo significa che ogni immagine prodotta deve comunque raggiungere velocemente la destinazione finale per essere poi archiviata in più copia. La disponibilità di un account iCloud dedicato per singolo dispositivo svolge questo ruolo di convergenza verso un unico repository – PhotoStream, appunto – da dove attingere con Aperture. Semplice, ma efficace per far circolare in modo fluido le informazioni tra qualsiasi dispositivo e senza bisogno di alcun collegamento.

In generale, la sensazione più marcata è la leggerezza del dispositivo. Colpisce tutti e quindi non è solo un claim promozionale. Le mappe sono quello che sono (l’avevo anticipato in un mio post di inizio settembre che Apple avrebbe corso un grande rischio), anche se l’altro giorno a Torino sono stato perfettamente assistito nella mia richiesta di supporto. Ci vorranno diversi mesi prima di assistere a un significativo miglioramento. Personalmente oltre ai problemi cartografici veri e propri, auspico un considerevole aumento nell’area del busienss listings, decisamente carente.

Uno schermo un po’ più largo non sarebbe stata un’eresia. A soffrirne, per esempio, la testiera che risulta costipata se confrontata con dispositivi come il Galaxy S III oltre che a qualsiasi azione di manipolazione e di gestione di quanto compare a video. Forse la decisione è stata maturata in una logica di continuità con i modelli precedenti, anche, per non creare troppi problemi di compatibilità con le applicazioni pre-esistenti.

Il tanto vituperato connettore? Carino invece. Sembra svolgere a dovere il proprio compito e ha raccolto consensi nella comunità degli sviluppatori per le sue qualità e potenzialità.

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