Kindle Direct Publishing

Vanity Publishing è il termine inglese per indicare in realtà un fenomeno di tutte le lingue e culture: la stampa di libri solo per soddisfare velleità personali e quasi sempre senza alcun riscontro di vendite. Nei decenni scorsi molti improvvisati autori hanno dedicato tempo e soldi per soddisfare l’ambizione di vedere fisicamente pubblicata una propria opera. Essere un autore di libri fornisce anche oggi un certo prestigio e reputazione nonostante molto sia cambiato negli ultimi decenni, anche come percezione collettiva di cosa sia rilevante, autorevole e distintivo.

In tempi non sospetti ho pubblicato una quindicina di testi tecnici di un discreto successo in epoche geologiche antecedenti Internet. Uno di questi miei “capolavori” l’ho scritto all’inizio degli anni novanta per Random House, una casa editrice decisamente blasonata allora e oggi. Le interazioni con il mio editor basato a new York avvenivano via telefono e mediante l’invio dei capitoli del libro con una primordiale connessione Internet a 2,400 Bps con modem con lucine e comandi ATP e simili. Tanti beep iniziali e un confortante rumore sordo per indicare che la connessione si stava materializzando. Poi sempre lucine in movimento e il testo che “fluidificava” da una parte all’altra dell’Atlantico. Quasi avveniristico per quei tempi, romantico nella mia prospettiva personale. Come in quel caso, era mia cura trovare una casa che mi sottoponesse un contratto e che si impegnasse alla pubblicazione del libro. Superare questo ostacolo iniziale significava potersi poi concentrare sul contenuto e cercare di consegnare il materiale secondo le tempistiche concordate (ci sono riuscito in rarissime occasioni, devo ammetterlo).

Quindi, sono stato sufficientemente bravo e/o fortunato da evitare di cadere nella tentazione del Vanity Publishing. Oggi lo scenario è ancora più semplice e non mi riferisco alla disponibilità di banda larga in rapporto alla connessione telefonica dell’epoca (mi dimenticavo di aggiungere che il nodo di connessione CompuServe era originariamente a Monaco di Baviera). La piattaforma di eBook #1 al mondo è indiscutibilmente Amazon Kindle come anche testimoniato dai volumi di vendita registrati dal lettore Kindle nella stagione natalizia 2011 con oltre un milione di dispositivi a settimana, cifre incredibili. Quindi niente di più logico che pubblicare il prodotto del proprio ingenio (sono molto positivo e gentile visto il periodo natalizio) attraverso Kindle Direct Publishing, la piattaforma realizzata da Amazon per permettere a chiunque di diventare autore di libri con una facilità sorprendente. Il sito contiene tutte le informazioni tecniche e commerciali per procedere alla produzione di un eBook e alla sua conseguente pubblicazione. Veramente un gioco da ragazzi e capace di generare ottimi risultati come dimostrano Catherine Bybee – un’infermiera che ha lasciato il suo lavoro solo da poco per concentrarsi sulla scrittura – e CJ Lyons – dottoressa presso una ER. Entrambe hanno pubblicato propri lavori attraverso KDP e hanno raggiunto rispettivamente la posizione #5 nelle vendite complessive di titoli Kindle nel mese di dicembre e la posizione 2 nell’Amazon Bestsellers List.

Insomma, carta e penna e buon lavoro autori in pectore di tutto il mondo!!!

Questo articolo ha 2 commenti.

  1. Alessandra

    Interessante idea!
    Ma qui in Italia mi sorge il dubbio che per pubblicare/vendere un libro sia necessaria la partita IVA.
    O no?

  2. Stefano Maruzzi

    Alessandra,

    devo approfondire. Ottimo punto. Intanto finisco di sistemare il testo.

    Stefano

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