La vita dietro le quinte di iPhone 5s e il bisogno di upgrade

Stanford 09-14- 0014Annunciati il 10 settembre, nelle mani dei consumatori dieci giorni dopo, il 20. Questo almeno negli USA e in molti altri mercati scelti da Apple per la commercializzazione dei nuovi modelli iPhone. Nel frattempo cosa succede e cosa è successo? Parte della storia è molto ben raccontata in questo pezzo. Nulla di completamente sorprendente, ma è evidente come il processo di produzione e di distribuzione degli apparecchi debba avvenire con meticolosa precisione e pianificazione per rispettare gli obiettivi di fatturato prefissati, garantire sufficienti approvvigionamenti e soddisfare i consumatori nei mercati di riferimento. Nel caso dei nuovi modelli 5c e 5s lo scenario risulta un po’ più complesso che in passato per l’introduzione della variabile colore, problema comunque già affrontato da Apple con gli iPods.

Ma ci deve essere dell’altro viste alcune “anomalie” rispetto ai lanci passati. In primo luogo, la strategia del pre-ordine. Ha sempre funzionato sfruttando alla perfezione il canale distributivo online. Anche in questo caso i consumatori americani sono nella condizione di farlo da venerdì 13 settembre, ma solo ed esclusivamente per il modello 5c. Stranamente, 5s non è pre-ordinabile e potrà essere acquistato solo nei negozi e online dal 20 settembre. Come mai? Quale il razionale? Difficile rispondere con precisione. Alcune ipotesi puntano a un atteggiamento più conservativo da parte di Apple visti presunti problemi di produzione del sensore legato all’home button. Quindi una motivazione produttiva con risvolti di tipo distributivo che avrebbero consigliato di procedere con maggiore cautela. Altri, invece, ipotizzano una scelta marketing per cercare di gonfiare le code davanti ai punti vendita temendo un atteggiamento più tiepido rispetto al passato da parte dei consumatori meno energizzati del solito dai nuovi annunci (di sicuro la comunità di Wall Street risponde appieno a questa descrizione visto l’andamento al ribasso del titolo AAPL dal 10 in poi). Indipendentemente da quale sia il motivo, 5c ordinabile online da 24 ore circa negli USA, 5s solo nei negozi a breve.

Parlando di negozi e di logistica, l’esperienza diretta di queste ultime ore mi ha portato a toccare con mano un altro aspetto della ben nota perfetta organizzazione logistica, distributiva e commerciale di Apple. Dal 10 settembre il modello 5 è morto. È la prima volta che succede visto che le versioni precedenti sono sempre sopravvissute agli ultimi nati. In tre diversi Apple Store – compreso il nuovissimo e semplicemente spettacolare punto vendita nello shopping center di Stanford a fianco all’università – i modelli 5 erano presenti in pochissimi esemplari vendibili (qualche unità) o completamente esauriti. In pratica Apple è riuscita nelle settimane precedenti a pilotare le vendite e i riassortimenti in modo quasi perfetto per arrivare al momento del cambio generazionale con magazzini praticamente vuoti, avendo anche da subito chiuso il canale online nei paesi dove la vendita inizierà a giorni. Immagino anche che tutti i modelli in esposizione verranno “riciclati” per sostenere le esigenze di componentistica a supporto di tutti i modelli 5 venduti negli ultimi 12 mesi.

E proprio a proposito dell’usato, interessante la politica commerciale di trade-in attivata da Apple negli ultimi giorni che si aggiunge a quanto fanno da tempo aziende come gazelle.com. Recuperare qualche dollaro per finanziare l’acquisto dell’ultimissima versione non stupido soprattutto per chi è costantemente alla ricerca di upgrade tecnologici. E la comunicazione televisiva di T-Mobile che indirizza questi consumatori merita proprio di essere citata. Il programma Jump! – questo il nome dell’iniziativa – ha lo scopo di semplificare il passaggio a un nuovo telefono senza dover aspettare la scadenza naturale alla fine del secondo anno (quindi 730 giorni = 365 x 2) come da contratto. I vari clip mettono in evidenza scenari comuni e vissuti da molti. Forse sono proprio fesso, ma rido ogni volta che li vedo. Vi ci ritrovate?

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Questo articolo ha 2 commenti.

  1. Stefano Maruzzi

    Non sono un esperto. Credo speculazione pura. Molti fondi hanno incassato le plusvalenze realizzate grazie alla crescita vertiginosa dei mesi recedenti al settembre 2012, un comportamento logico. Più recentemente – da gennaio 2013 – anche alcune indiscrezioni giornalistiche poi dimostratesi infondate hanno contribuito a ridurre l’entusiasmo sul titolo e, di conseguenza, il valore. Credo che alla base ci sia una buona dose di erraticità come dimostrato dall’ultimo mese. Titolo in forte ascesa prima dell’annuncio del 10 settembre, presentazione modesta nella forma e nelle modalità e conseguente crollo nonostante 5s sia un ottimo prodotto. La risposta forse è che è difficile trovare una reale risposta.

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