Familiari con l’acronimo LTE? Significa – con una certa enfasi – Long Term Evolution. Sembra quindi una sigla rassicurante, capace di incorporare innovazione e stabilità allo stesso tempo. Si tratta di quanto viene anche comunemente definito come 4G, cioè uno standard di trasmissione per dispositivi mobili evolutivo rispetto al 3G diffuso e conosciuto da tempo. Nel settore tecnologico le innovazioni sono all’ordine del giorno e quindi qualcosa che si presenti come “evoluzione a lungo termine” sembra quasi implicitamente indicare una soluzione di grande respiro. Non è una verità assoluta, ma i vantaggi nel breve sono evidenti e oggettivi.
Verizon, la società di telefonia mobile numero uno negli USA, ha recentemente celebrato il secondo anniversario dell’introduzione di questa tecnologia fornendo tutta una serie di dati e di statistiche particolarmente interessanti (Vodafone è azionista al 40%).
La copertura del territorio è necessariamente limitata e fortemente influenzata dalla densità della popolazione, concentrata per oltre due terzi lungo le tre coste americane, forse uno degli ultimi retaggi dell’economia del “fisico” quando persone e merci venivano trasferite principalmente per mare. In termini di popolazione, invece, l’85% degli abitanti risiede in aree teoricamente coperte dal servizio.
Come logico attendersi, è il traffico dati ad aver beneficiato in misura rilevante dall’ampiezza di banda superiore garantita da LTE visto che già oggi il 35% del traffico dati transita attraverso le celle LTE. Di conseguenza, accedere al web attraverso apps sempre più specializzate e sofisticate è un vero piacere con dispositivi LTE-enabled nonostante i canoni di abbonamento più onerosi. La produttività in ambito mobile ne trae beneficio (10x l’incremento di velocità stimato rispetto alla soluzione 3G sempre di Verizon), aprendo di fatto le porte a nuove applicazioni software sempre più sofisticate nelle funzionalità offerte.
Da ricordare che il network LTE di Verizon, così come quelli di altri operatori USA, è stato interamente finanziato dall’azienda senza alcuna sovvenzione pubblica, semplicemente sulla base di valutazioni economiche di ritorno degli investimenti, di differenziazione dai concorrenti e soddisfazione dei propri clienti attuali e prospettici. Secondo quanto riportato dall’azienda, dall’inizio della sua costituzione gli investimenti complessivi ammontano a $70 miliardi, una media superiore a $6 miliardi all’anno. A titolo di esempio, l’investimento sostenuto in Florida è stato pari a $138M a fronte di una popolazione complessiva inferiore a 20 milioni di abitanti, ovviamente non tutti clienti di Verizon.
Uno dei tanti esempi di come l’economia in generale e quella digitale in particolare possa crescere e prosperare grazie a investimenti infrastrutturali concepiti e realizzati sempre e solo secondo una logica puramente economica mirata al profitto.