Presentato martedì a San Josè, il modello MacBook pro 13″ con Retina Display è già in vendita ovunque, Italia compresa. Da qualche ora è entrato nel parco “auto” di famiglia in sostituzione di un MacBook Pro ormai un po’ appesantito dopo 3 anni di un utilizzo continuo e intenso.
La prima sensazione è arrivata attraverso American Express. Duemila euro per un laptop non sono pochi, ma le “colpe” sono facilmente individuabili: disco SSD e Retina Display. Credo corretto affermare che il 50% del prezzo di vendita sia imputabile a questi due componenti. Il passaggio da un’unità SSD da 256GB al valore doppio comporta un esborso incrementale di altri €500, cifra che posizionerebbe questo laptop più vicino a un gioiello di Bulgari che a un pezzo di hardware. Esagero un po’, ma il modello da 15″ supera ampiamente i €3000, a supportare il mio paragone non troppo assurdo.
Design incredibile, comunque. Di soli 3 etti più pesante di un MacBook Air, però più stretto, compatto, ma completo e, come ovvio, dotato di uno schermo straordinario. La sensazione più marcata è comunque la velocità con cui risponde ai comandi: tempo di caricamento delle applicazioni contenuto in poco più di un secondo (Aperture, iMovie, Numbers, …), immagini anche pesanti che volano sullo schermo.
I 256GB del disco SSD richiedono inevitabilmente il supporto di un’unità esterna. Quando sulla scrivania di casa un’unità Thunderbolt da 6TB risolve il problema, mentre on the road arrivano in soccorso le porte USB 3.0 per un’unità portatile compatta, ma sufficiente capiente per archiviare foto e video. Time Capsule e back-up su iCloud le due soluzioni per essere certo che i documenti memorizzati nel laptop siano sempre abbondantemente al sicuro.
Un po’ una scocciatura la presa di alimentazione modificata che priva della comodità di alimentare il computer da uno dei tanti adattatori presenti in casa. Ancora da capire come tenere sincronizzati i voluminosi repositories di immagini e video. Quest’ultimo, però, un problema più generale.
La sensazione complessiva e riprendendo la similitudine con le auto, è di avere tra le mani non il top della gamma, ma un prodotto super curato in ogni aspetto, sofisticato, elegante, ricercato e per questo decisamente costoso. Un’Audi RS4, un BMW M 3 o qualcosa del genere. Bisogna davvero apprezzare quel tipo di vettura per considerare il prezzo una variabile secondaria.