Finalmente arrivano le prime conferme che le vendite di Windows 8 e del tablet Surface sono state molto al di sotto delle aspettative di Microsoft. Scrivo finalmente non perché la cosa mi faccia piacere. Semplicemente perché sarebbe stato sorprendente un esisto differente. Riprogettando la frase, difficile condividere l’entusiasmo di Steve Ballmer – CEO di Microsoft da ormai troppo tempo – avendo un minimo di senso della realtà. Cambiare l’inerzia di anni e anni di errori grossolani nel segmento consumer è un’operazione difficile anche per un’azienda di grande successo come Microsoft. Ci vuole tempo, prodotti innovativi, un’esecuzione impeccabile, grande costanza e disciplina, risorse in quantità. Microsoft ha forse tutto ciò, ma manca sicuramente ormai da troppo tempo della capacità di capire il segmento consumer. La sua strategia di me too in costante e goffo ritardo è un po’ triste e patetica, sicuramente goffa in molti passaggi. Zune e Kin due esempi concreti. Immagino che per molti questi due nomi non significhino nulla. Appunto: la prova del teorema. Il primo era un lettore musicale che – secondo le aspettative di Ballmer – avrebbe dovuto “massacrare iPod. Senza ripercorrere una tristissima storia, ricordo solo che al momento del lancio la genialità marketing di maggior spessore di la seguente: brown is the new black. Mentre iPod nero impazzava in tutto il mondo, i creativi di Microsoft scelsero il marrone come colore distintivo generando ilarità in tutto il mondo (ricercando brown zune e Images su Google troverete alcune foto molto carine). Il povero Bill Gates fu coinvolto nel lancio e oggetto di scherno e di ilarità molto giustificata. Vendite disastrose rispetto a piani super ambiziosi. Del ridicolo e dallo sviluppo molto costoso telefono Kin avevo scritto anni fa. Lasciamo perder eil passato e concentriamoci sul presente. Alcune luci e altrettante ombre.
Il nuovo outlook.com è carino e funziona bene. Si tratta dell’erede di Hotmail, soluzione di posta acquistata da Microsoft molti anni fa e sviluppata su tecnologia non Microsoft. I tentativi di conversione si dimostrarono sempre molto complessi, costosi e spesso fallimentari. Outlook.com è piacevole e facile da usare e l’integrazione con SkyDrive eccellente. Il pricing di quest’ultimo servizio decisamente aggressivo e il funzionamento dell’apposita app per iOS una necessità ma un esercizio ben eseguito. Non sono un grande amante di console giochi, ma XBOX e soprattutto il servizio Live sono apprezzati negli USA, così come Kinect. Passi in avanti, ma la strada è lunga, soprattutto se percorsa da una prospettiva di inseguitore tecnologico. Dopo un decennio abbondante e qualche miliardo di canzoni vendute da Apple, Microsoft ha lanciato un proprio servizio musicale e di streaming video, elementi che completano la propria offerta, ma ancora una volta con una prospettiva da ritardatario piuttosto che da innovatore. Queste alcune note positive e incoraggianti.
Meno stellari gli andamenti degli investimenti nell’ambito dei sistemi operativi. Tornando a Suface, le vendite della versione RT hanno superato di poco il milione, mentre la versione Pro – disponibile da qualche settimana – sta per raggiungere quota 400.000 pezzi. Non particolarmente eclatanti nemmeno le vendite di Windows 8, nonostante la spinta in comunicazione e i proclami di grandezza al momento del lancio. Non sono una rarità aziende che reinstallano Windows 7 sui nuovi computer o presentano come alternative iPad o Mac. I dati del primo trimestre 2013 che verranno comunicati verso l’ultima decade di aprile forniranno indicazioni più precise e dettagliate. L’aver deciso di vendere Surface solo ed esclusivamente nei propri punti vendita al momento del lancio deve essere sembrata una grandissima idea a qualcuno dalle parti di Redmond, WA. Avendo però una quarantina di negozi in tutti gli USA, difficile pensare che l’impatto su consumatori potesse essere travolgente sebbene indotto da una campagna di comunicazione molto accattivante e intensa. E anche questo punto della distribuzione fisica è un’altra manifestazione dei tentennamenti e delle incertezze che hanno attanagliato Microsoft praticamente da un decennio. I loro negozi sono gradevoli da vedersi, ma mancano di una vera ragion d’essere, come spesso succede alle copie (un altro esempio di me too). Esistono diverse imitazioni di Starbucks, ma il confronto non è sostenibile. Difficile da immaginarsi che qualcuno decida di comprare un computer o un tablet Windows perché il negozio è vicino a casa o dove ci si trova in questo momento, mentre la fedeltà a Starbucks può essere tradita anche solo causa un temporale, il desiderio di bere qualcosa di caldo o il disperato bisogno di connettività WiFi gratuita. E forse in questo ambito Microsoft potrebbe agire in modo creativo e coraggioso. Il tutto in un prossimo post.