Il consumo di Internet attraverso dispositivi mobili è stabilmente orientato verso nord: crescita esponenziale. Diverse ricerche di mercato sottolineano questo fenomeno trainato dalla popolarità di prodotti quali Blackberry e Apple iPos touch e Apple iPhone principalmente. Secondo quanto riportato nel Meraki Wireless Census, il confronto tra l’estate 2009 e l’anno precedente evidenzia la significativa contribuzione dei dispositivi Apple. In questo caso, oltre al browsing vero e proprio attraverso Safari, molto dipende dall’ampia disponibilità di apps all’interno del negozio Apple. In questa categoria, il segmento delle News è tra i più attivi e gettonati, tralasciando la categoria dominante, i giochi.
Personalmente ho selezionato una mezza dozzina di apps sviluppate dalle fonti informative statunitensi che seguo regolarmente, con mia grande soddisfazione e diletto. Qualora fosse possibile, il mio consumo di contenuto è ulteriormente cresciuto grazie alla comodità e alla facilità di accedere alle notizie. In parte questo è una conseguenza della naturalezza intrinseca nel dispositivo. A ciò si aggiunge il formato video di dimensioni limitate che, paradossalmente, impone una User Interface (UI) molto essenziale, logica e priva di troppi inutili orpelli. Ancora più vincente, la quasi obbligatoria esposizione in verticale dei contenuti e la facilità di scrolling sullo schermo di iPhone e iPod touch rende l’esperienza estremamente piacevole, naturale e gradevole. la combinazione delle due cose mi ha portato a impiegare il mio iPhone in qualità di news reader attraverso le apps e a considerare la lettura sul device come primo momento giornaliero di aggiornamento e raccolto di spunti e di riflessioni per poi eventualmente approfondire sul Web.
Media Companies come Wall Street Journal (WSJ) e USAToday ovviamente sviluppano contenuti per un’audience di riferimento e non per un canale distributivo in modo specifico. Questo significa che gli articoli che compaiono nelle rispettive applicazioni Apple sono poi ospitati nei siti web delle testate più o meno in modo identico (qualche immagine o elemento estremamente interattivo potrebbe mancare nella versione per dispositivi mobili). Il tema del costo della produzione dei contenuti e della sostenibilità delle newsrooms per gli editori trova in questo contesto un possibile elemento di svolta visto che gli utenti sono abituati a un’esperienza a pagamento per quanto concerne gli smartphones.
Rupert Murdoch il 15 settembre ha pubblicamente annunciato che l’app WSJ diventerà presto a pagamento con importi fissati in $2 per chi non è abbonato al quotidiano cartaceo e $1 per i clienti online. Gratis per chi sottoscrive al quotidiano. Ovviamente un non-sense. In qualità di abbonato alla versione online non ho alcuna intenzione di pagare due volte per lo stesso contenuto, principalmente per una questione di buon senso. E quanto comunicato da Murdoch non mi è sembrato molto sensato. E infatti l’azienda News Corp proprietaria tra l’altro di WSJ ha confermato che l’accesso al contenuto del WSJ attraverso dispositivi mobili sarà gratuito per chi è abbonato alla versione online: logico, corretto e rispettoso del consumatore. E sottoscritto contento di aver ampliato le modalità di accesso al prezioso e apprezzato contenuto del WSJ accrescendo la mia flessibilità e capacità di essere informato.