Perché Apple ha stravinto nella causa contro Samsung

Titoli cubitali per la sentenza che riconosce Samsung responsabile di aver infranto alcuni brevetti di Apple nell’ambito della telefonia mobile. Il risarcimento danni di oltre un miliardo di dollari è una cifra considerevole, sebbene rappresenti un boost finanziario di portata limitata considerando i conti dell’azienda di One Infinite Loop.

È una vittoria molto significativa per Apple per diversi motivi che provo a riassumere qui di seguito:

  1. In primo luogo è un successo sul piano legale. Uscire da un tribunale con un risultato a proprio favore quando l’argomento in discussione è di difficile interpretazione e richiede un livello di competenza tecnologica elevato non è una certezza nemmeno in un tribunale della California.
  2. Si tratta di una vittoria netta. Questa l’opinione comune di tutti gli analisti interpellati, nonostante Samsung abbia già annunciato l’intenzione di voler ricorrer ein appello, come giusto e logico che sia. È di fatto la prima grande sentenza relativa al mondo degli smartphones e la giuria si è pronunciata in modo netto (era richiesta l’unanimità di consensi per ogni singolo punto in questione). Qui alcune indicazioni più dettagliate su quanto la giuria è stata chiamata a esprimersi.
  3. Apple incasserà come minimo un miliardo di dollari. Come premesso, cifra considerevole – $1,049,343,540 per la precisione – che il giudice potrebbe anche aumentare a propria discrezione (fino a un massimo di 3x) anche se inferiore alla richiesta originaria di $2.75B. Comunque vada a finire, una montagna di soldi utili più in chiave prospettica che per l’ammontare vero e proprio. Da questo momento in poi è infatti lecito ritenere che le entrate per Apple potrebbero aumentare sotto forma di license fees che Samsung e altri produttori di telefoni dovranno pagare, ma anche in virtù di altri procedimenti in corso – alcuni dei quali ritenuti da esperti di brevetti ancora più clamorosi ed evidenti di quanto dibattuto in questa causa – e in fase di svolgimento. Non da ultimo, i mercati finanziari hanno reagito in modo estremamente positivo alla notizia portando il titolo Apple a $675, teoricamente record di tutti i tempi che potrebbe essere confermato lunedì alla riapertura di Wall Street. Altro valore per l’azienda e i propri azionisti.
  4. Android ne esce indebolito. Da amici a nemici acerrimi: questa l’evoluzione della relazione tra Apple e Google, come ulteriormente evidenziato dalle novità che verranno introdotte in iOS 6 a breve. La domanda che molti si sono posti riguarda proprio le modalità del confronto tra le due aziende. Rimarrà uno scontro tecnologico a colpi di innovazione o ci saranno anche risvolti legali? Fino a questo momento le azioni svolte legali da Google/Motorola e Apple non hanno mai coinvolto in modo diretto ed esplicito la controparte, ma alcuni ipotizzano che sia solo l’inizio di un’escalation che porterà prima o poi le due aziende in tribunale. Resta certo che da oggi Android risulta essere un’opzione potenzialmente più costosa rispetto al passato qualora Apple riuscisse a imporre delle fees alle aziende che intendono utilizzare i brevetti che la giuria di San Jose ha riconosciuto appartenerle. Secondo alcuni esperti, infatti, trovare delle soluzioni alternative non sarebbe molto semplice salvo una radicale dipartita dall’interfaccia a icone, proprio come fatto da Microsoft. Tra i prodotti trovati colpevoli di infringement dei brevetti di Apple è compreso anche il telefono Nexus S nel cui sviluppo Google ha avuto un ruolo di primo piano. Questo un primo segnale indiretto che Apple ha trasferito all’azienda di Mountain View oltre a quelli già pubblicamente comunicati in occasione della presentazione di iOS 6.
  5. I carrier devono rivedere la propria strategia. Per AT&T in primis, ma anche Verizon e Sprint, la disponibilità di iPhone nel proprio portafoglio clienti ha rappresentato originariamente un elemento di distinzione e differenziazione (AT&T) e per le altre due un must have indispensabile per soddisfare i propri clienti e potenzialmente attrarne di nuovi. Negli ultimi tempi sia AT&T che Verizon hanno cercato di limitare la propria dipendenza da iPhone, ma è evidente come l’esercizio risulti difficile in questa fase quando i consumatori adorano il prodotto e le alternative sono limitate essenzialmente ad Android che – come appena illustrato – in prospettiva potrebbe risultare meno conveniente.
  6. Microsoft ha un’opportunità in più. Senza avere meriti particolari, lo scenario che si sta delineando offre una piccola speranza in più a Microsoft di avere successo con la propria piattaforma software di telefonia mobile. Il look della soluzione Windows Phone è infatti radicalmente diversa da quella di Apple e – dettaglio non secondario – tra Microsoft e Apple esistono accordi bilaterali di utilizzo di diversi reciproci brevetti, condizione questa che sembrerebbe porre al riparo l’azienda di Redmond da qualsiasi rischio. Per i carrier telefonici americani valutare la piattaforma Windows con maggiore attenzione a questo punto quasi un obbligo viste le incertezze che riguardano Android, almeno nel breve.
  7. Qualsiasi azienda deve proteggere i propri investimenti in R&D e in innovazione. La sentenza del tribunale di San Jose ha trovato Samsung colpevole di violazione di alcuni brevetti di Apple. La documentazione emersa nel dibattimento ha svelato però diversi retroscena interessanti che hanno portato alla conclusione che le decisioni prese da Samsung erano “willfull”, cioè l’azienda sud coreana ha agito coscientemente sapendo di poter incorrere in implicazioni di tipo legale. Su questo punto si basa la forza e la “ragione” dell’azione legale intentata da Apple così come ricordato nel memo spedito da Tim Cook a tutti i dipendenti. Questo aspetto dimostra la posizione di Apple nel ritenere logico e corretto proteggere i propri interessi contro un’azienda che scientemente – almeno questo è quanto emerge dalla carte processuali e dal verdetto della giuria – ha deciso di copiare un prodotto iconico come iPhone.
  8. Per Samsung è un duro colpo, ma non una disfatta. In termini economici si tratta di un colpo che l’azienda sud coreana può assorbire con estrema eleganza visti i propri risultati negli ultimi anni e il successo dei prodotti su tutti i mercati internazionali. Il vero problema per Samsung adesso consiste nel proseguire nel proprio cammino vincente adottando una diversa strategia nell’ambito degli smartphones rispetto a quanto è stato definito come un lavoro di copia, almeno in alcune funzionalità tipiche e caratterizzanti degli iPhone. Non le mancano le risorse e di sicuro proseguirà nel proprio cammino vincente. Quello che è interessante notare – con il senno di poi – è come Samsung abbia perseguito una strategia vincente nel posizionare la propria linea di telefoni molto vicina (o troppo vicina secondo quanto emerso dal tribunale di San Jose) ad Apple. Di fatto Samsung è la sola valida alternativa ad Apple visto la debacle di RIM, l’inesorabile declino di Motorola, le crescenti difficoltà di HTC e il continuo sbandamento di Nokia. Paradossalmente aver “copiato” Apple è stata la mossa più sensata in assoluto perché ha permesso a Samsung di diventare il produttore 1 al mondo nel settore della telefonia mobile grazie a uno spettro di prodotti più ampio rispetto a quelli oggetto del contendere legale con Apple, ma anche alla linea di fascia alta fortemente ispirata alle funzionalità di iPhone. Anche economicamente, l’eventuale miliardo di dollari o quanto verrà stabilito è poca cosa rispetto ai profitti generati in questi ultimi anni. Il vero rischio futuro sarà però misurabile solo il 20 settembre quando i legali di Apple presenteranno al giudice Lucy Koh le misure restrittive nei confronti dei prodotti Samsung trovati in violazione di copyright. Oltre a possibili royalties future da pagare ad Apple, l’azienda sud coreana potrebbe trovarsi nella condizione di dover ritirare dal mercato USA prodotti di grande successo attualmente in vendita in centinaia e centinaia di punti vendita.

La vicenda è tutt’altro che conclusa e ci vorranno diverse settimane per fare un punto definitivo sulla questione e le eventuali ripercussioni nell’industria della telefonia mobile e nell’ecosistema Android. Ad Apple il compito di sbalordire tutti con un nuovo iPhone capace di innalzare ulteriormente l’asticella dell’innovazione rilasciando nelle prossime settimane un “prodotto wow” come è stato il primissimo iPhone nel 2007. Serve a loro e se lo aspettano tutti, compresi i detrattori dell’azienda di Cupertino. Mancano due settimane all’evento del 12 settembre e in quell’occasione capiremo quanto iOS 6 e iPhone 5 (sempre che si chiami così) possano rappresentare un ulteriore salto in avanti per i consumatori di tutto il mondo.

Questo articolo ha 6 commenti.

  1. Wladimiro Bedin

    Ottima analisi, Stefano !
    Aggiungerei lo scenario di una escalation del conflitto con l’ingresso di Google e i brevetti acquisiti tramite Motorola. Sarebbe proprio la guerra termonucleare a cui accennava Steve Jobs, ma da una guerra come questa i contendenti potrebbero uscire tutti perdenti.

  2. gabriele

    Commento superficiale..

  3. Gabriele Travaglia

    Il motivo è che a mio parere Non viene neanche spiegato quali sono i brevetti ritenuti violati (se cosi’ vogliamo chiamarli il pinch to zoom o il bounce o il pulsante quadrato…) che hanno permesso ad Apple di vincere…E’ come se Enel (dopo 200 anni) domani brevettasse il filo elettrico e dopodomani denunciasse tutte le aziende elettriche del mondo di essersi appropriate della propria (???) tecnologia, tralatro in un Tribunale di Roma. Tecnologia la Apple non l’ ha mai prodotta: l’ha sempre fatta fare esternamente. Le uniche cose che ha internalizzato sono il marketing e il legal (comprando migliaia di brevetti assurdi, compresi i colori, si i colori, di un dispositivo mobile). Questa per te e’ una azienda tecnoloogica? Ah gustosissima ultima novita’: ho visto,mi sembra su Panorama, un incredibile annuncio: Apple con Iphone5 entrera’ finalmente nel mercato del riconoscimento vocale…Prima al mondo, permettera’ di cercare una mappa con la voce o una canzone…..Wow!!!! Mi sembra tanto un annuncio di ATM Miano di 2-3 anni fa..in cui trionfalmemte si diceva: primi in europa ad aver permesso la ricezione delle reti mobili all’interno della Metro….(che naturalemntenamfine anni 90 esisteva gia’ anche a Budapest, per non parlare di mezza Europa, compresa anche Torino dal 2006..).Ecco..il riconoscimento vocale Andriod lo ha dal 2009…

  4. Claudio De Falco

    Stefano, non sono d’accordo. Innanzitutto non capisco quale possa essere la competenza specifica di una giuria popolare in materia di brevetti.
    Poi non capisco come sia possibile brevettare alcuni aspetti di un prodotto, qualsiasi prodotto.
    E da ultimo ricordo che l’industria in generale (auto, moda, arredamento, informatica) si muove sulla base della ripresa e dello sviluppo di prodotti già disponibili.
    Non ultima la stessa Apple che agli albori ha ripreso e portato a compimento progetti avviati dal PARC della Xerox.

  5. Stefano Maruzzi

    L’aspetto affascinante della vicenda risiede proprio nella disponibilità di un giudice competente in una materia così “cutting edge” e di una giuria disposta a impegnarsi su un terreno così difficile. Che sia giusto o sbagliato non sta a me stabilirlo. Sta di fatto che negli USA dibattimenti simili sono all’ordine del giorno (v.di anche Oracle vs Google per Java).
    Sul discorso brevetti, altro capitolo. L’amministrazione Obama ha riformato l’ufficio brevetti USA nell’agosto 2011 per cercare di snellire i processi di approvazione e garantire regole più equilibrate soprattuto nel settore delle nuove tecnologie e della medicina. Da anni è possibile brevettare elementi dell’interfaccia. Non a caso, Microsoft incassa significative royalties da modelli Android proprio grazie al possesso di diritti in materia. Giusto o sbagliato, ancora una volta queste le regole del gioco.
    È indubbio però che il primissimo iPhone sia stato un capostipite soprattuto grazie allo schermo multitouch e all’interfaccia a icone. Bravi loro non solo sfornare innovazione all’epoca, ma anche a brevettarne gran parte.

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