A due settimane dall’innalzamento del muro eretto attorno a The Times e The Sunday Times, arrivano i primi dati relativi al calo di traffico di queste due proprietà nate dalla demolizione di www.timesonline.co.uk (qui due post sul tema). Si tratta di indicazioni ufficiose visto che la direzione dei due giornali non ha ancora condiviso cifre in modo ufficiale. In primo luogo sembrerebbe che nel periodo di libero accesso ai due siti il numero complessivo di registrazioni abbia raggiunto le 150,000 unità, un valore pari al 12% dei visitatori del sito originario. Di questi, soltanto 15,000 sembrerebbero essere i sottoscrittori paganti. In generale il traffico sarebbe calato del 67%, un valore non trascurabile, ma meno drammatico delle stime interne che proiettavano al 90% la possibile riduzione (è altresì vero che il confronto è tra tre proprietà diverse tra loro in molti aspetti e quindi il confronto sui volumi prodotti dalle visite forse non totalmente corretto). Di certo la contrazione è stata consistente, ma immagino anche questo dato fosse previsto e stimato. Sembrerebbe quindi che la combinazione delle due testate abbia prodotto un sito capace di generare un volume pari a un terzo rispetto a quello originario. Ciò significherebbe molto banalmente che un gran numero di blogs indipendenti in UK raggiungano un’audience decisamente maggiore, ponendo qualche dilemma in termini di pianificazione della pubblicità e della comunicazione.
Impatto economico
Ovviamente si tratta solo di illazioni al momento ed esprimere qualsiasi giudizio definitivo è quantomai inappropriato e inopportuno. Più sensato attendere le comunicazioni ufficiali, ragionevolmente prevedibili a breve. Di sicuro le offerte commerciali non si sono fatte attendere rispetto al pricing originariamente annunciato di £1 al giorno o di £2 alla settimana. L’accesso a entrambe le testate (quindi l’intera copertura settimanale) è stata prospettata a £1 per un primo mese di testing, per poi passare a £2 alla settimana. Impossibile affermare quanti stiano visitando i due siti in questo momento sfruttando questa offerta lancio. Personalmente ho ricevuto un’offerta di abbonamento a £50 all’anno, quindi con uno sconto si poco superiore al 50% rispetto al prezzo pubblicizzato di £2 alla settimana. Immagino di non essere stato l’unico destinatario di questa promozione. Altrettanto improponibile definire la riduzione degli introiti pubblicitari dovuti ai cali di traffico e di inventory.
Apparentemente la buona notizia arriva dal numero di sottoscrittori all’applicazione a pagamento per Apple iPad: 12,5000 il numero che circola in questo momento. Esaminando le votazioni espresse sul sito iTune UK da parte di 102 acquirenti del prodotto, onestamente c’è da ritenere che l’applicazione meriti qualche intervento per migliorarne la qualità complessiva. In totale, quindi, gli abbonati digitali sfiorerebbero le 30,000 unità (12,500 per iPad + 15,000 per il Web).
Se le cifre riportate in precedenza fossero corrette e tutti gli ipotetici sottoscrittori avessero beneficiato della tariffa scontata, questa prima fase di reclutamento delle due testate di News Corp avrebbe prodotto introiti da abbonamento pari a £750,000 (15,000 abbonati a £50 l’uno). A questa cifra andrebbero aggiunti i £9.99 per applicazione iPad (arrotondando 12,500 x £10 = £125,000) al mese, valore con una proiezione annua di £1.5M, importo interessante, ma insufficiente per sostenere i costi redazionali e le ambizioni dell’editore. Da notare, poi, come ampiamente segnalato per quanto riguarda WSJ (sempre di proprietà di News Corp) che chi sottoscrive al Web non ha diritto all’applicazione ipad e viceversa. Questo da me poco apprezzato concetto dell’ubiquity è invece adorato dagli editori, ma sono certo non farà altro che segmentare l’utenza o alienare anche qualche accanito sostenitore del prodotto.
Proseguendo nelle stime economiche, le cose potrebbero migliorare leggermente se la base di sottoscrittori ai siti Web si trasformasse in paganti a prezzo pieno (£2 x 52 settimane = £104/anno). In questo caso le due tipologie di abbonati avrebbero una redditività mensile assimilabile: £8.6 per il Web, £9.99 per iPad. Applicando questi importi mensili per la rispettive basi di utenti si otterrebbe £8.6 x 15,000 x 12 = £1.548,000 per il Web a cui sommare £1.5M calcolato in precedenza. In totale, £3M.
Conclusioni
Di sicuro le cose non stanno così: troppe ipotesi e aleatorietà di vario genere. Almeno lo spero.
Come possessore di Kindle e iPad, posso dire che al momento l’unica rivista che merita di essere acquistata è Wired. Ho già chiesto di convertire il mio abbonamento cartaceo in digitale.
Ma per i quotidiani la situazione è diversa.
Su Kindle c’è poco in italiano, ma La Stampa offre un abbonamento a un prezzo accettabile. Peccato che la conversione su Kindle perda veramente moltissimo. Su iPad trovo meglio le versioni “PDFizzate” (es. Corriere) che non le applicazioni “nuove” (es. La Stampa – davvero irritante l’applicazione per iPad). Se andiamo all’estero ovviamente la situazione cambia, ma non leggo anche i quotidiani stranieri!
Credo che il problema sia molto complesso. Con un dispositivo che consente la lettura off-line (come Kindle e iPad) si è disposti a pagare per un singolo quotidiano. Ma se si è on-line, è molto più pratico navigare e confrontare e forse il modello economico va rivisto…
Le versioni PDZizzate sono esteticamente piacevoli, ma non sono di certo delle applicazioni nel vero senso del termine. Faccio poi fatica a capire perché abbonarsi, salvo voler evitare il passaggio in edicola. Sicuramente ottima leggibilità.
Siamo solo all’inizio.
Semplice – raramente passo davanti a un’edicola e il Kindle da novembre mi consente di leggere La Stampa anche quando sono in viaggio (specialmente fuori dall’Italia).
Certo, siamo all’inizio. Forse ancora prima dell’inizio vero 🙂
Aggiornamento dal Sole24 ore del 18 agosto (pag.8):
“…il traffico sui siti di The Times e The Sunday Times è sceso solo del 27% in luglio.”
“…il numero di pagine di The Times lette dagli utenti è sceso del 68,6%, mentre il tempo medio è passato dai 7,6 minuti di maggio ai 5,8 minuti di giugno a soli 4 minuti in luglio. Questo, secondo ComScore, significa che gli utenti leggono solo la prima pagina, disponibile per tutti, e poi passano ad altri siti.”
“Il sito del Financial Times quest’anno ha incassato più dagli utenti che dalla pubblicità online. Gli abbonati al FT sono aumentati del 48% nei primi sei mesi del 2010 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.”
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-08-18/times-online-resiste-paywall-094217.shtml