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Quattro mesi con il nuovo MacBook Pro

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Le mie giornate trascorrono in compagnia di un MacBook Pro 15″ di ultima generazione. Rispetto alla versione precedente, un discreto passo in avanti e qualche perplessità legata a innovazioni tecnologiche non necessariamente in grado di stupire e lasciar e rappresentare discontinuità rispetto al passato. Inizio da quello che mi piace di meno.

Tastiera. In teoria non male, ma con un incredibile problema di fondo: il rumore! Una delicata pressione sui tasti produce un rumore inversamente proporzionale alla sensazione che si prova sotto i polpastrelli. Il rumore è tale che spesso mi sono trovato nella condizione di dovermi scusare con le persone in meeting nella stessa stanza. Sensazione condivisa con altri possessori degli MBP di ultima generazione.

TouchBar. Non male, ma essenzialmente inutile. Esteticamente molto elegante, ma non è questo il punto. Nonostante il buon numero di applicazioni che la supportano, faccio fatica a estrarre maggiore produttività e vantaggi concreti. Il problema principale è di tipo ergonomico. Lo sguardo deve spostarsi dallo schermo alla TouchBar la cui natura dinamica per definizione rende quasi impossibile memorizzare aree alle quali fare riferimento per veloci selezioni.

Prestazioni. Nulla di straordinario e ricorrendo ai benchmarks di GeekBench, i modelli del 2015 risultano più performanti sia nella versione single che multi-core. Non un vantaggio rispetto ai modelli precedenti.

TrackPad. Francamente mi trovo in difficoltà proprio le dimensioni estese, un aspetto presentato come un’innovazione mirata a incrementare la produttività. Messaggio non pervenuto sia per quanto riguarda la sensibilità e il click. Nella migliore delle condizioni, giudizio neutro.

Le note positive non sono molte, ma sufficienti per esprimere un giudizio di 4 stelle su 5 nel complesso.

Peso e dimensioni. Limare le dimensioni e soprattutto il peso ha dei vantaggi evidenti e oggettivi soprattuto considerando che non è mai l’unico dispositivo presente nel mio zainetto. In generale, poi, il footprint più compatto fornisce una piacevole sensazione al tatto oltre che alla vista. Ovviamente esistono laptop più leggeri – la versione da 13″ è quasi certamente il miglior prodotto dell’intera serie – ma ancora meno performanti, parametro per me vitale.

USB Type C. Per moltissimi esperti e utenti un vero “pain point“, a mio avviso l’aspetto tecnologico più interessante in assoluto una volta in possesso dei cavi indispensabili per gestire l’inevitabile periodo di transizione caratterizzato da periferiche e accessori equipaggiati esclusivamente da un USB di tipo tradizionale (per esempio il cavo originale per ricaricare l’Apple Watch!). Due i benefici di questa porta universale: la comodità in termini assoluti e le prestazioni. La porta Type-C è piccola, compatta e reversibile:, una vera gioia. Ancora più impattante, però, le prestazioni: dischi esterni SSD, per esempio, raggiungono velocità di lettura e scrittura di 400+MBps, am anche il doppio come nel caso del drive SanDisk Extreme 900.

Secondo indiscrezioni media non confermate, a inizio giugno 2017 Apple dovrebbe annunciare nuovi modelli portatili per sostituire il super compatto, leggero ma non troppo potente MacBook, l’iconico MacBook Air e anche i MacBook Pro. Dita incrociate per maggiore innovazione, prestazioni e, auspicabilmente, prezzi meno scandalosi.

 

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