Il 17 ottobre 1987 le borse di tutto il mondo registrarono un improvviso calo seguendo lo svilupparsi della giornata. Da Hong Kong all’Europa e quindi Wall Street. Il Dow perse quel giorno oltre 500 punti chiudendo a 1738 (in questo momento, 25 anni dopo, vale oltre 13000). Il volume di azioni trattate superò i 600 milioni, il doppio del record precedente. L’IPO di Facebook ha registrato lo scambio di 515 milioni di azioni in una giornata record con volumi complessivi pari a 2.407.200. Altre cifre, altri numeri.
A lato, la copertina del Wall Street Journal di martedì 20 ottobre 1987.
Io ero a Seattle e avevo terminato la mia prima giornata di un corso di C language presso Microsoft University. In una camera dell’hotel La Quinta di Bellevue (c’è ancora) osservavo il dipanarsi di notiziari televisivi che commentavano la polverizzazione di circa il 25% del valore complessivo di Wall Street nel volgere di poche ore. Io mi consolavo con una meravigliosa Domino’s pizza, ma la situazione non presentava sfumature particolarmente piacevoli per milioni di azionisti che – mediamente – si erano impoveriti di un quarto dei propri asset. Quella catastrofica giornata è passata alla storia come Black Monday. L’aspetto quasi romantico da ricordare è la motivazione di quel tracollo di Wall Street. Per molti la causa fu il massiccio ricorso a programmi software per gestire ordini di acquisto o vendita in tempi ridotti. Una delle ipotesi formulate dopo Black Monday è che si sia innescata in modo del tutto casuale una sequenza di eventi che abbia portato molti software a muoversi in un’unica direzione: vendere, vendere, vendere e ancora vendere. Il dubbio che fosse del software mal scritto ad aver causato questo disastro un elemento ironico per chi, come me, si stava avvicinando a quel mondo.
Poi, per la cronaca:
- Il blockbuster di quei giorni era il film Dirty Dancing e la canzone The time of my life la numero uno nelle classifiche di Billboard;
- Internet come la intendiamo noi oggi non esisteva;
- In Microsoft stavano lavorando alla versione di OS/2 1.0 e il codice era memorizzato su floppy disk da 360KB;
- Windows 1.x – rigorosamente monocromatico – era stato introdotto da poche settimane;
- WordPerfect e Lotus 123 i leader rispettivamente nel segmento dei word processor e spreadsheet;
- Charles Schwab forniva quotazioni in tempo reale chiamando un numero 1-800.
Semplicemente un quarto di secolo fa. Rimanendo nel settore finanziario, venticinque anni dopo abbiamo assistito al più grande IPO di tutti i tempi – Facebook, 18 maggio 2012 – e contemporaneamente a una delle delusioni numericamente più marcate e, ieri, a Google che comunica in modo completo, per sbaglio e prima della chiusura dei mercati i propri dati finanziari dell’ultimo trimestre causando un sell-off che ha portato all’evaporazione di quasi $20 miliardi di capitalizzazione di borsa.
Da ultimo, capite come mai i lunedì borsistici non godono di buona fama. Da tempo, ormai.