Ho già celebrato i benefici di Amazon Prime negli USA per la componente Instant Video. Oltre Netflix, Hulu, Apple TV e anche qualche timido e incompleto tentativo di YouTube, sono i maggiori network televisivi USA a inondare i dispositivi dei cittadini americani di contenuto video in modalità streaming. Gli episodi delle ultime serie dei TV Show più popolari e seguiti sono accessibili il giorno dopo l’airing sui siti web a apps dedicate. Inutile sottolineare i benefici, riassumibili nel singolo termine di convenienza. Dei quattro maggiori network americani – ABC, NBC, Fox e CBS – quest’ultimo è quello maggiormente seguito in questo momento grazie a una programmazione variegata e apprezzata dal pubblico. TV Shows come The Big Bang Theory (fantastico), Rules of Engagement, How I Met Your Mother, Elementary, Two and a Half Men, NCSI di ogni genere e molti reality costituiscono un palinsesto molto robusto e seguito. Atterrando su www.cbs.com due sono i messaggi forti veicolati oltre a una veloce presentazione degli show in programmazione: scaricare un’apposita app iOS per vedere i TV Shows in streaming e fare la stessa cosa dal sito. Qualche anno fa – non molti – il tutto sarebbe sembrato semplicemente assurdo. Si è passati da un protezionismo assoluto dei propri contenuti alla loro distribuzione in un numero variegato di modalità e canali aventi come comune denominatore lo streaming via Internet. Facile da capire le motivazioni tecnologiche, meno evidenti i razionali alle spalle di queste decisioni. Probabilmente l’insieme delle condizioni nel complesso la risposta più corretta. Fare streaming riduce il rischio di violazioni di copyright, broadband è pervasiva, la pubblicità digitale contribuisce ad arricchire la top line e, soprattutto, i consumatori adorano la flessibilità su tutti i fronti: dispositivi, orari, modalità di usufruire il contenuto e palinsesto personalizzato.
Le apps per iOS di FOX, ABC, NBC e CBS espongono un’incredibile quantità di contenuto premium da domandarsi quasi chi sia ancora incollato ai televisori per vedere gli episodi più recenti dei rispettivi show di maggior successo. L’unico problema riguarda la territorialità. IPs diversi da quelli USA sono automaticamente bloccati visto che il contenuto è giustamente riservato ai consumatori americani. Per bypassare questo dettaglio è sufficiente una VPN con proxy server negli USA, soluzioni disponibili in grande quantità da molte aziende.
Qualora fosse necessario, un altro esempio di cambiamento nell’industria dei contenuti e delle regole di distribuzione del digitale. Tutto diverso, tutto da ridefinire. La traiettoria è chiarissima, limpida e sotto gli occhi di tutti. Rimanendo sempre e solo nell’ambito di scenari legali – gli unici che mi interessano – sia è passati dalla musica protetta da DRM alla musica a pagamento, ma priva di qualsiasi protezione. I volumi sono saliti così come i fatturati e, di pari passo, la soddisfazione dei consumatori. da approcci iper protezionistici siamo ora allo scenario appena descritto riguardo ai contenuti dei network televisivi. Quali altri vincoli devono essere sollevati in prospettiva? Di sicuro quello di agganciare i contenuti a un territorio fisico, scenario che salterà nel momento in cui i proprietari di contenuti e i grandi distributori si sentiranno sufficientemente tranquilli di poter costruire relazioni commerciali con consumatori distribuiti ovunque nel mondo grazie a semplici calcoli in un foglio elettronico che dimostreranno la convenienza di andare direct. Solo questione di tempo, ma un evento alquanto dirompente per il mondo dei media nel complesso. Lo paragono a una specie di “invasione remota” visto che l’origine è Hollywood e dintorni e le destinazioni teoricamente le centinaia di milioni di router installati nelle case.