Da tanti anni ormai sono un abituale cliente di prodotti di vario genere attraverso un discreto numero di internet retailers. Non tantissimi, ma annovero almeno una decina di fornitori abituali dai quali acquisto un po’ di tutto. Insomma, l’ecommerce mi è sempre piaciuto e interessato. Fin dalla metà degli anni novanta ho cercato di approfondire tutti gli aspetti correlati soprattutto con la parte di logistica e di presentazione dell’offerta, cercando di capire quali comportamenti virtuosi fossero alla base della ricetta di successo. Negli anni ho assistito alla repentina ascesa e altrettanto veloce crollo di etoys.com, a flop facilmente prevedibili come la anglo-svedese boo.com capace di bruciare $135M in soli 18 mesi, all’evaporazione di proposte di consegna istantanea di qualsiasi prodotto in grandi aree metropolitane (Londra e New York per esempio), ma anche alla quasi maniacale attenzione per il consumatore di zappos.com e all’inarrestabile ascesa di amazon.com.
Mi sono sempre domandato quali fossero quindi i fattori realmente abilitanti alla base dell’ecommerce. Ovviamente i servizi offerti da soluzioni di logistica e trasporto hanno reso il tutto possibile, soprattutto accorciando i tempi di consegna, semplificando le operazioni doganali e trasferendo trasparenza al processo di spedizione nel suo complesso (seguire gli spostamenti dei pacchi in arrivo quasi un’attività divertente). L’evoluzione registrata dalle tecnologie Web un altro mattone fondamentale. Ricordo ancora quando nell’estate 1996 ho assistito dal vivo presso il Children’s Theather di Seattle alla presentazione di ASP – Active Server Pages – di Microsoft, una forma all’epoca realmente rivoluzionaria per costruire pagine Web con contenuto dinamico e quasi una piattaforma di programmazione. Sul fronte della connettività il passaggio a diverse forme di broadband ha aggiunto non solo velocità, ma arricchito l’esperienza con immagini e video. Comprare un vestito indossato da una modella che muovendosi l mostra a vestibilità e il fitting aggiunge valore e limita gli inconvenienti dei resi con vantaggi sia per i merchants che per i clienti. L’automazione dei centri di distribuzione con il ribaltamento della logica che ora prevede che gli oggetti raggiungano il punto di confezionamento dove risiede un operatore e non viceversa ha portato alla costruzione di mega cattedrali computerizzate, dove instancabili robot svolgono incessantemente un lavoro fondamentale per accorciare i tempi di spedizione e ridurre gli errori. Tutti questi fattori fondamentali per sostenere la crescita e la diffusione dell’ecommerce.
Solo recentemente però sono riuscito a mettere a fuoco il vero fattore abilitante che ha reso possibile la nascita e la diffusione del commercio elettronico. Se quelli citati concorrono e hanno esercitato un ruolo vitale, la vera chiave dell’ecommerce è un’altra: la fotografia digitale. Poco credibile? Di sicuro un po’ provocatoria come tesi, ma non più di tanto. Fate mente locale all’offerta di un qualsiasi online store, dalla vendita di lenti a contatto agli abiti, dalle apparecchiature elettroniche ai vestiti. Cosa serve? Cosa fa la differenza? Risposta semplice: mostrare il prodotto possibilmente con un’ampia molteplicità di scatti, inquadrature e risoluzioni. Occorre visualizzare e cercare di avvicinarsi per quanto possibile all’esperienza sensoriale più completa di un negozio fisico attraverso una documentazione fotografico (e video) molto dettagliata. E per quanto strano possa sembrare, la quantità di immagini digitali a corredo di un prodotto è di gran lunga inadeguata per rispondere all’obiettivo di vendere un oggetto. E per alcuni settori come l’abbigliamento, la quasi assenza di un book digitale per singolo capo, scarpa o accessorio richiede lo shooting di una quantità incredibile di foto su base giornaliera, nell’ordine di migliaia e migliaia di scatti per singolo retailer. Considerando la quantità di prodotti in commercio e l’esigenza anche di differenziarsi, la matematica è facile sebbene il numero non semplice da calcolare. Senza una soluzione scalabile, economica, qualitativamente efficace e pratica nella realizzazione, l’ecommerce sarebbe stato molto più complicato, laborioso e costoso. Ecco perché la fotografia digitale merita un ruolo non secondario tra i fattori che concorrono al successo di un sito di ecommerce. Click.
riflessione molto interessante, giusto per fare un esempio yoxx ha tre studi fotografici interni sempre in funzione, e credo di poter affermare che la qualità con cui mostrano i capi sia un chiaro motivo del loro successo …..