Erano oltre sei milioni di esemplari solo dieci anni fa. Oggi si sono ridotti a 425,000 e ogni anno ne viene dismesso un ulteriore 10%. Ma qualcuno si sta occupando di loro e ha un piano per salvarli. Questa una bella notizia davvero!
Verizon Communication, l’operatore telefonico numero uno negli USA, ha deciso di uscire definitivamente dal business dei telefoni pubblici cedendo le restanti 50,000 postazioni alla società Pacific Telemanagement Services, una piccola società californiana di 200 dipendenti che gestisce telefoni pubblici in oltre 40 stati generando un fatturato complessivo di $100M annui. Secondo i loro calcoli, l’effettuazione di 100 chiamate per mese per singolo telefono è sufficiente per generare un profitto. Questo numero non sembra per nulla impressionante considerando che per alcuni si tratta del volume di chiamate in un arco temporale molto più ridotto fatte attraverso il proprio cellulare. Ma funziona per PTS e, allo stesso tempo, suggerisce qualora fosse ancora necessario come questo strumento di comunicazione abbia velocemente perso di significato e rilevanza per i consumatori di tutto il mondo.
AT&T e Sprint, due altri operatori telefonici USA, hanno abbandonato il settore dei telefoni pubblici rispettivamente nel 2008 e nel 2006.
Recentemente ho provato a raccontare alle mie bimbe come funzionasse il mondo delle comunicazioni tra giovani nell’era dei gettoni telefonici, ma credo di aver suscitato in loro soltanto un certo fastidio e disagio, incapace di stimolarle sul lato – a volte – romantico della cosa. Nell’era di Facebook e di iPhone 4S difficile darle torto.
I miei studenti stanno aspettando Android Ice Cream Sandwich 4,0 e
Samsung Nexus Primo
alla “…faccia” dell’iPhone 4S
Prof Daniele Pauletto
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e in fondo non è passato poi tanto tempo dai primi cellulari ‘di massa’. una rivoluzione in un batter di ciglia.
Era il 1995 quando ho avuto il mio primo telefono cellulare, un ETACS della Mitsubishi che probabilmente costava l’equivalente di 300 euro di oggi. E soprattutto, funzionava senza SIM 🙂
ahahahaha, i nostri figli aspettano il wifi integrato nella testa con il monitor integrato nella cornea…..