Nel settore dei domini, il 2014 si preannuncia come un anno particolarmente caldo per le tante novità in arrivo che interessano anche milioni e milioni di consumatori in tutto il mondo. Fin dagli albori siamo abituati a riconoscere in un dominio .com un certo valore di universalità e forse anche di coolness superiore ai domini locali spesso percepiti come locali e quindi meno blasonati e universali, sebbene per molti – come vedremo – l’essere super locale rappresenti un valore. Prima di procedere, però, qualche informazione generale forse utile per la maggior parte dei lettori iniziando da un diverso passo indietro. Internet è oggi un fenomeno planetario destinato a espandersi ulteriormente in ogni area del pianeta. Originariamente però era uno dei tanti fenomeni tecnologici concepiti e sviluppatisi principalmente negli USA sebbene alcune componenti del www abbiano una forte impronta europea. Non è un caso quindi che l’organismo che regola il namespace di Internet sia da sempre ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers). Banalizzando, lo scopo di ICANN consiste nel definire le regole di funzionamento di base di Internet per consentire uno sviluppo coerente e compatibile di siti che risultino facilmente accessibili da chiunque. L’espressione “indirizzo web” sottintende una delle tante azioni di regolamentazione portate avanti nel tempo da ICANN per garantire un corretto accesso alle informazioni in qualsiasi momento e parte del mondo in modo univoco. per i non addetti al settore, la cosa realmente importante è conoscere il nome di un sito, termine improprio per indicare il general Top Level Domain (gTLD) o country code Top Level Domain (ccTLD) scelto per farsi trovare sul web: www.vodafone.com e www.vodafone.co.uk sono esempi delle due categorie. A livello mondiale i domini gTLD sopravanzano in misura massiccia qualsiasi ccTLD e i vari ccTLD cumulati, a dimostrazione di quanto affermato in precedenza sulla struttura USA-centrica di Internet almeno fino a oggi. ICANN regola i gTLDs attraverso la collaborazione di altre entità che prendono il nome di Registry e Registrar: il classico e apprezzatissimo .com è un gTLD. In UK l’azione equivalente volta da ICANN è affidata a un organizzazione locale chiamata Nominet. In ogni altro paese esiste una Nominet equivalente che si occupa del dominio locale. A questo indirizzo (voilà!) l’elenco completo dei gTLDs e ccTLDs disponibili al momento.
Ho citato altri due livelli rappresentati da Registry e Registrar.Quel compito è riservato a queste organizzazioni nella gestione dei gTLDs e dei ccTLDs? Entrambe hanno un ruolo chiave nella gestione di Internet. Alla prima categoria appartengono aziende il cui compito principale consiste nel mantenere il database di tutti i nomi di dominio registrati per ogni gTLD esistente. In aggiunta, gestiscono le root zones per la conversione di un nome di domino in un indirizzo IP. Verisign è forse il rappresentante più noto e conosciuto di questa categoria. I Registrar, invece, sono le aziende che consento la registrazione di un dominio commercializzandoli online e concludendo la transazione con compratori che agiscono per contro di corporation di ogni genere o singoli a titolo personale. GoDaddy è un Registrar. La catena prevede quindi tre livelli. Alla base si posizionano i Registrar che dialogano con i Registry (il termine specifico è accreditarsi) che a loro volta interagiscono con ICANN e le organizzazioni simili a livello nazionale incaricate di gestire i rispettivi ccTLDs. Il valore trasferito a Internet da parte di queste tre componenti è essenziale al funzionamento di Internet e viene commercializzata a costi estremamente contenuti: registrare un dominio per un anno intero spesso non raggiunge i $10. C’è quindi efficienza nel modello.
I nuovi gTLDs. Le cose stanno cambiando ultimamente grazie a un significativo ampliamento delle stringhe (o domini) approvati da ICANN negli ultimi mesi su proposta dei vari Registry e in procinto di essere commercializzati in tutto il mondo dalle centinaia di Registrar. GoDaddy una di queste e in prima fila per assicurare un servizio di qualità agli oltre 12 milioni di clienti che si avvalgono dei nostri servizi. Cosa sta succedendo e cosa succederà prossimamente? Molto semplice: aspettatevi un’ondata di nuovi domini (gTLDs) capaci di risultare molto più descrittivi e specifici rispetto agli attuali. Il numero complessivo supera i 700 per soddisfare le esigenze più varie. Alcuni si riferiscono a industrie specifiche come turismo e viaggi e rappresentano delle soluzioni particolarmente accattivanti e stimolanti. Un esempio su tutti: .london. Le previsioni di vendita di questo dominio sono bullish come credo facile da comprendere e condividere, ma è solo uno dei tanti nuovi domini cittadini di prossimo rilascio.
L’elenco completo dei nuovi domini attualmente disponibili per una pre-registrazione sono riportati qui, mentre qui la lista di tutti quelli che arriveranno prossimamente. La cadenza dei rilasci dipende dagli accordi stipulati dai Registrar con i Registry e da strategie di mercato proprio come per il lancio di qualsiasi altro prodotto. Realistico ritenere che questo processo si estenderà per tutto il 2014 e oltre. I prezzi di alcuni di questi nuovi domini sono molto elevati, almeno se confrontati rispetto ai .com, .net e ai ccTLDs più popolari. Questa differente strategia commerciale introdotta e dettata dai Registry tende a disincentivare gli acquisti mirati a scopi speculativi e tende a privilegiare chi ambisce a sviluppare dei business fortemente riconoscibili partendo proprio dal nome del dominio stesso. Il più popolare al momento è .guru, dominio che si presta bene per qualsiasi tipo di impiego soddisfacendo le ambizioni di chi ritiene di essere un esperto di yoga, posatura di piastrelle, creazione di abiti, disegno di gioielli, lezioni di tennis e qualsiasi altra attività che richieda qualche skill pratico.
Italia e nuovi gTLD. Da ultimo, evitate di perdere tempo a cercare domini italiani: tranne .uno, .menu, .studio, .compare (questo sembra quasi dialettale se letto in italiano) e .casa che sembrano italiani ma sono stati pensati per la lingua spagnola e inglese, io non sono stato capace di individuarne di specifici, nemmeno tra quelli regionali. Potrei essermi sbagliato, ma dubito. Non sta a me commentare anche perché ormai credo non ci sia molto da commentare anche dopo le recenti uscite (di testa) dei nostri leader e governanti. Problemi loro.