Un mondo senza RIM e Nokia

Giugno 2012 passerà alla storia come il mese degli annunci hardware. Apple, Microsoft e Google nell’ordine hanno illustrato in diversi momenti le rispettive future strategie attraverso presentazioni e annunci che hanno visto principalmente l’hardware al centro dell’attenzione.

Per Apple occorrerà aspettare ancora qualche mese prima di capire quanti dei tanti rumors che circondano l’avvento di iPhone 5 diventeranno delle specifiche del prodotto. Diverse funzionalità di iOS 6 hanno fornito qualche suggerimento in merito. Microsoft ha raccontato a tutti  a Los Angeles che la sua anima hardwaristica è sempre esistita e che il nuovo Surface di prossima commercializzazione non è altro che un ulteriore passo in una direzione segnata da tempo. Forse gli OEM non ne sono particolarmente contenti. Google deve ancora manifestare appieno cosa potrà nascere dall’acquisizione di Motorola Mobility – e dall’agosto 2011 si specula sul destino di Android – e nel frattempo sforma un proprio tablet da 7 “. Non da ultimo, Samsung è l’unica azienda al momento capace di integrare con senso e logica la propria famiglia di telefoni e dispositivi mobili con i televisori proponendo una strategia con un evidente attrattiva soprattutto qualora le prossime evoluzioni dovessero confermare i primi incoraggianti segnali. Tutti esempi di soluzioni integrate dove il controllo della combinazione hardware e software ricopre un ruolo chiave.

In questo contesto le preoccupanti condizioni economiche e di mercato di Nokia e RIM non fanno altro che riaffermare l’esigenza da parte di tutti di copiare il modello Apple, spesso criticato e considerato un ecosistema chiuso. Ho sempre ritenuto queste critiche e considerazioni molto modeste e concettualmente deboli. Per un consumatore generico operare all’interno di una soluzione hardware e software ben congegnata come quella che ruota attorno a iTunes, iPod, iPhone, Mac, iPad, iOS e Mac OS X è una vera comodità vista la modularità e la facilità di integrazione dei diversi elementi. È di sicuro un’ecosistema definibile come “chiuso” da parte della concorrenza, ma solo perché la prospettiva è quella del competitor. Il fatto che Google e Microsoft scendano in campo producendo il proprio hardware, dimostra che forse le cose non stanno come faceva comodo farci credere. Inoltre, in un mercato molto competitivo e dove l’innovazione tecnologico si sussegue a ritmo incessante, delegare a terze parti la riuscita e il successo delle proprie strategie non necessariamente la cosa migliore. Avere piuttosto un controllo sull’intera esperienza prospettata ai consumatori molto più conveniente e potenzialmente foriero di successi. E se dovesse scendere in pista anche Facebook con un suo telefono come si vocifera da tempo, la direzione sarebbe ulteriormente rafforzata e confermata.

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