Il titolo Apple affonda dopo aver realizzato il trimestre record di tutti i tempi

White-Apple-logo-HD-wallpaper_1280x960Comprendere le dinamiche dei mercati finanziari va, purtroppo, al di là delle mie competenze e comprensioni. L’argomento mi piace, mi stimola e mi intriga, ma non ho le basi per comprenderne i contorni in modo chiaro, preciso e utile. Parlerò di Apple, condividendo però prima le stime degli analisti su Netflix e i risultati conseguiti. Per i professionisti di Wall Street l’ultimo trimestre del 2012 avrebbe dovuto chiudersi con una perdita. la realtà è stata diametralmente opposta sia come segno che come importo:

Fourth-quarter net income was $8 million or ¢13 per share, compared to a consensus estimate of a loss of ¢13 per share. Revenue in the period was $945 million, up by 8% from the expected $934 million.

Previsti 13 centesimi di dollaro di perdita, registrati 13 centesimi di dollaro di profitto. Insomma, un lavoro di qualità da parte di professionisti del settore. Questa la premessa.

Ora alcune considerazioni sui risultati di Apple nel quarto trimestre del 2012, il primo dell’anno fiscale 2013 per l’azienda di Cupertino:

  •  Fatturato. $54.51 mialirdi di dollari, record di tutti i tempi e valore superiore all’indicazione di $52B fornita alla fine del trimestre precedente. Gli analisti avevano stimato un fatturato di $54.7B. Lo scarto – qualora la previsione degli analisti avesse un qualsiasi elemento di veridicità o di credibilità (quanto successo con Netflix non è un’eccezione) è pari a $200M o 0.4%. I titoli dei media di tutto il mondo hanno riportato che Apple ha mancato le stime degli analisti: sappiamo ora di quanto e anche quanto attendibile sia il target stimato;
  • Crescita. È stata del 18% rispetto al trimestre corrispondente dell’anno precedente. Ancora una volta, commenti relativi al rallentamento e alla fine della corsa di Apple si sono sprecati. Peccato che il trimestre 2011 preso a paragone fosse di una settimana più lungo. un confronto omogeneo porta la crescita anno su anno (YoY) al 27%. Alcuni arguti osservatori hanno evidenziato un rallentamento nella crescita. Pensare di mantenere gli stessi tassi percentuali di crescita per oltre un decennio è da fantascienza pura, impossibile per molti motivi.  Nel 2013 il fatturato complessivo sfiorerà di $200 miliardi di dollari con potenzialmente $60B di profitti. Possibile che questi stessi osservatori si sentiranno nella posizione di affermare che Apple è troppo grande e con una presenza invadente nella spesa media delle famiglie americane, come già emerso nel passato recente. Nel 2011 questo importo è stato stimato in $444 per famiglia, in crescita rispetto a $295 del 2010.
  • Profittabilità. È stata pari a poco più di $13 miliardi di dollari, il quarto in assoluto per qualsiasi azienda quotata a Wall Street di tutti i tempi. Su base annua (l’intero 2012) Apple ha stabilito il record di tutti i tempi in termini di profitti generati con $41.7B. Percentualmente la redditività è calata rispetto allo scorso anno, ma era cosa prevista. La quasi totalità di prodotti in vendita – iPhone, iPad, iPod, iPad mini e iMac – era costituita da modelli introdotti negli ultimi 4 mesi dell’anno. Come è noto a tutti e da sempre, i costi di produzione dell’hardware calano progressivamente con la vita di un modello per il raggiungimento di economie di scala e l’ottimizzazione degli approvvigionamenti, liberando redditività incrementale. Il mondo delle console giochi si è retto su questo assioma da tempo. Avere prodotti nuovi significa costi incrementali su tutti i fronti – da quello produttivo alla comunicazione, dalla gestione degli stock alla formazione – ma anche mantenere vivo lo spirito di costante innovazione tipico di questo settore.
  • Volumi. Gli iPhone che hanno raggiunto le tasche e le borsette dei consumatori di tutto il mondo sono stati 48 milioni o +29% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (YoY). Gli iPad 23 milioni (+48%). In entrambi i casi, cifre record. In 8 trimestri dall’introduzione iniziale, iPad ha venduto 107 milioni di pezzi.
  • Price target. È il valore massimo del titolo stimato dagli analisti. Dopo la presentazione dei dati dei martedì 22 gennaio sono state fatte delle revisioni al ribasso. Secondo FBR Capital Markets il price target per Apple è pari a $675. Per Topeka Capital $888. Per Piper Jaffray è $767 con una previsione complessiva di fatturato nel 2013 (gennaio – dicembre) di $196.4 miliardi di dollari, una media di $49.1B a trimestre.
  • Disponibilità di cassa. È salita a oltre $130B, pari a poco meno di un terzo della capitalizzazione di borsa. Sono soldi che Apple deve mettere a profitto in qualche modo. Finanziariamente parlando, buy back delle azioni e dividendi maggiori due soluzioni molto apprezzate dagli azionisti. Ipoteticamente rimane aperta sempre l’opzione di acquisizioni, anche acquisizioni mega, facile a dirsi, meno a concretizzarsi. A scopo puramente numerico, Facebook vale in questo momento $68.2 miliardi di dollari. Questo dato mette tutto in prospettiva.
  • Supply chain. Nei giorni scorsi un’indiscrezione giornalistica del Wall Street Journal aveva scatenato una ridda di voci e il panico tra gli azionisti ripredendo e amplifando voci provenienti dall’Asia che indicavano in un taglio del 50% degli ordinativi di componenti per iPhone 5, un segnale inequivocabile a detta di questi “esperti” della crisi di Apple. Nulla di tutto ciò si è manifestato nella guidance sul fatturato del trimestre in corso (previsione di Apple di chiudere tra $41B e $45B) a ulteriore dimostrazione della superficialità con la quale vengono spesso trattate informazioni prive di alcun valore, ma presentate come fossero verità assolute. Credo possa risultare abbastanza realistico e credibile a chiunque ritenere che l’approvvigionamento di componenti e di prodotti da terze parti venga affrontato con professionalità e quasi scientificità, sapendo che l’ottimizzazione di anche una frazione di punto percentuale sui costi può avere degli impatti significativi sui risultati complessivi.
  • iCloud. Il servizio online ha raggiunto 250 milioni di utenti. Esattamente un anno fa erano 85 milioni. Triplicato in dodici mesi.

Ci sono molti altri numeri interessanti nella trimestrale di Apple. Una buona sintesi di quanto prodotto negli ultimi 92 giorni del 2012 da parte dell’azienda di Cupertino arriva da un pezzo di Slate.com che consiglio di leggere. Pur sempre un’opinione, ma qui avete trovato dei numeri, dei fatti:

To sum up, the world’s most valuable company posted one of the most stunning quarterly earnings reports in corporate history. Sales of its most important products were through the roof.

A fronte di tutto ciò, i commenti sul declino di Apple, l’incapacità del CEO Tim Cook di guidare l’azienda, la mancanza di innovazione e il progressivo allontanamento dei consumatori si sono sprecati in quantità industriali. L’azione è pesantemente calata rispetto al record storico di inizio settembre 2012: questo un fatto inconfutabile. Altrettanto incontrovertibile che i numeri prodotti nel 2012 siano da sogno su tutti i fronti: volumi di vendita, fatturato, marginalità, utenti e consumo dei servizi e prodotti offerti.

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